Ponte di Messina e mobilità militare, l’Ue apre al dual-use

Ponte sullo Stretto di Messina

Il Ponte di Messina potrebbe rientrare tra le 500 opere prioritarie che l’Unione Europea intende sostenere per rafforzare la mobilità militare, ovvero la capacità di trasportare truppe e mezzi militari lungo i corridoi strategici del continente. È quanto emerge dalla riunione straordinaria della commissione TEN-T, alla presenza dei commissari europei Apostolos Tzitzikostas (Trasporti) e Andrius Kubilius (Difesa), che ha acceso i riflettori su progetti infrastrutturali critici per la sicurezza europea.

La proposta non riguarda soltanto le esigenze militari, ma rientra in una visione “dual-use”, che prevede infrastrutture capaci di rispondere sia a necessità civili sia a eventuali emergenze strategiche. La Commissione non esclude il progetto italiano, ma sottolinea che spetta al governo stabilirne lo scopo principale. Un passaggio fondamentale per decidere se l’opera possa rientrare tra quelle finanziabili secondo la classificazione Cofog, usata da Ocse e Onu per definire le spese pubbliche legate alla difesa.

La clausola di salvaguardia e i finanziamenti

Nel merito, un portavoce dell’esecutivo Ue ha ricordato che la classificazione Cofog “è particolarmente rilevante per attivare la clausola di salvaguardia nazionale”, che permette una maggiore spesa per la difesa senza incorrere nelle procedure per deficit eccessivi. Se inserito correttamente, il Ponte potrebbe contribuire agli obiettivi Nato in materia di spesa (1,5% sulla sicurezza e 5% per l’intero comparto).

Tre, a oggi, le strade percorribili per l’Italia: finanziare l’opera solo con risorse nazionali, attivare la clausola di salvaguardia, oppure chiedere un cofinanziamento europeo. Su quest’ultimo punto, resta aperto il dibattito interno a Bruxelles e tra gli Stati membri: il pacchetto complessivo richiederà circa 100 miliardi di euro, ma resta ancora da chiarire la ripartizione tra bilanci statali e fondi Ue.

Critiche e polemiche politiche

Il tema è politicamente esplosivo. “La classificazione del Ponte come spesa militare è una presa in giro dei cittadini”, attacca Giuseppe Antoci, europarlamentare del Movimento 5 Stelle. “In Sicilia e Calabria mancano ancora strade, ospedali e servizi essenziali: il Ponte non può essere una priorità”.

Eppure l’inserimento nella rete strategica europea potrebbe rappresentare una svolta per il progetto, bloccato da decenni. Secondo fonti europee, le 500 opere in discussione dovranno “garantire impatto tangibile” e rafforzare le reti logistiche lungo i quattro corridoi prioritari della mobilità militare Ue. La prossima mossa sarà il nuovo pacchetto Ue sulla mobilità militare, atteso entro la fine dell’anno.