“Dimettiti, e avrai un processo equo, molto più di quanto tu abbia mai concesso a un iraniano”: così Reza Pahlavi si rivolge direttamente ad Ali Khamenei, guida suprema dell’Iran, in un appello lanciato da Parigi. L’intervento dell’oppositore in esilio, figlio dell’ultimo Scià di Persia, è stato trasmesso in diretta dalla rete francese Bfmtv.
“L’Iran trascinato nel disastro: il responsabile è Khamenei”
Nel suo messaggio, Reza Pahlavi accusa Khamenei di essere l’artefice del caos in cui versa il Paese. “L’Iran è stato trascinato in un conflitto devastante – ha dichiarato – e l’architetto non è altro che Ali Khamenei”. Per l’oppositore, è arrivato il momento di “porre fine a questa rovina”, con un netto cambio di rotta nel futuro della Repubblica Islamica.
L’allarme: “Nessuno è al sicuro finché il regime resta al potere”
Secondo Pahlavi, il regime iraniano non cederà facilmente, “non si sottometterà e non si arrenderà dopo essere stato umiliato”. Ma l’esilio non ha indebolito la sua determinazione a denunciare i rischi globali della leadership teocratica di Teheran. “Finché è al potere – ha avvertito – nessun Paese e nessun popolo sarà al sicuro, che si tratti di Washington, Parigi o Gerusalemme”.
Una voce sempre più ascoltata in Occidente
L’intervento di Reza Pahlavi giunge mentre cresce la tensione internazionale per il ruolo dell’Iran nello scenario mediorientale. Le sue parole rappresentano il punto di vista di una parte della diaspora iraniana, che chiede un’alternativa democratica e laica alla teocrazia instaurata nel 1979 dopo la caduta dello Scià. Un messaggio diretto, pensato per rompere il silenzio su ciò che accade all’interno del Paese.