Trump all’Onu attacca Europa, migranti e politiche verdi: “Immigrazione e clima mostro a doppia coda”

Donald Trump è tornato sul podio dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, a distanza di cinque anni dal suo ultimo intervento. Nel suo discorso, il presidente degli Stati Uniti ha toccato i principali dossier globali – dall’Ucraina a Gaza – ma ha rivolto soprattutto un attacco diretto all’Europa, accusata di politiche migratorie e ambientali “disastrose”.

L’affondo sull’immigrazione

Trump ha parlato in termini duri delle scelte europee: “L’immigrazione sta distruggendo il vostro patrimonio. Se non fermate persone che non avete mai visto prima, con cui non avete nulla in comune, il vostro Paese fallirà”. Il presidente ha insistito sul legame tra flussi migratori e declino sociale ed economico del Vecchio Continente: “Sono il presidente degli Stati Uniti, ma mi preoccupo dell’Europa. Amo l’Europa, amo il popolo europeo. E odio vederla devastata dall’energia e dall’immigrazione, quel mostro a doppia coda che distrugge tutto ciò che si trova sulla sua scia”.

L’attacco al green e al climate change

Ampio spazio è stato dedicato anche all’energia e alla transizione ecologica, con toni scettici e polemici. Trump ha bollato le fonti rinnovabili come una scelta perdente: “Le energie verdi fanno perdere denaro. Molte di queste attrezzature vengono costruite in Cina, ma loro non le usano, le esportano soltanto. Loro usano il gas”. A sostegno della sua tesi, ha citato la Germania, definendola “sull’orlo del precipizio”, costretta a tornare al nucleare: “Green vuol dire bancarotta. Il climate change è la più grande truffa”.

Nobel per la Pace e politica estera

In chiusura, Trump ha rivendicato la propria leadership internazionale: “Merito il premio Nobel per la Pace per avere posto fine a sette interminabili guerre in sette mesi”. Un’affermazione che si inserisce nella strategia di rafforzamento della sua immagine come leader pragmatico e determinato, nonostante le crescenti tensioni geopolitiche e i dubbi degli alleati sulla linea isolazionista della sua amministrazione. Il ritorno di Trump all’Onu ha dunque mostrato un presidente determinato a ribaltare le agende globali su migranti e ambiente, riportando al centro del dibattito la sua visione di un mondo basato sulla forza nazionale e sulla rottura con i paradigmi multilaterali tradizionali.