Trump dichiara ANTIFA organizzazione terroristica: politica o reale pericolo? Ecco cosa può realmente fare

Il 17 settembre scorso il presidente Donald Trump ha annunciato su Truth Social che il movimento antifascista ANTIFA verrà designato come “major terrorist organization”, al pari di gruppi come ISIS e Al Qaeda. L’annuncio segue le dichiarazioni del lunedì precedente, quando aveva anticipato la misura con il supporto dell’Attorney General Pam Bondi. Secondo fonti della Casa Bianca, la mossa si inserisce in una strategia più ampia contro i gruppi di sinistra accusati di fomentare violenza politica.

Reazioni divise

I sostenitori di Trump hanno accolto l’annuncio come una vittoria, celebrandolo come una risposta contro “fascisti mascherati da antifascisti”. Il tutto in un clima reso sempre più teso dopo l’omicidio di Charlie Kirk, il 10 settembre scorso. Critici ed esperti di terrorismo, tra cui Malcolm Nance, in queste ore hanno sottolineato che ANTIFA non è un’organizzazione strutturata: non ha leader, gerarchie, fondi o membri ufficiali. La designazione, spiegano, rischia di essere solo un pretesto per aumentare sorveglianza e repressione del dissenso politico.

I limiti legali

Dal punto di vista legale, l’annuncio ha effetti limitati. Negli Stati Uniti non esiste uno statuto federale che permetta al presidente di designare gruppi domestici come organizzazioni terroristiche: la normativa attuale riguarda solo entità straniere. L’impatto immediato, dunque, resta soprattutto politico e simbolico.

Cosa potrebbe fare davvero Trump

Nonostante i limiti, l’amministrazione dispone di strumenti per agire contro attivisti legati ad ANTIFA:

  • Persecuzioni penali individuali: il Dipartimento di Giustizia potrebbe accusare singoli attivisti di reati specifici, invocando leggi come il RICO Act per trattare reti informali come “imprese criminali”.
  • Sorveglianza rafforzata: l’FBI potrebbe intensificare il monitoraggio delle attività, usando il Patriot Act o altri ordini esecutivi per giustificare infiltrazioni e indagini digitali.
  • Ordini esecutivi mirati: la Casa Bianca potrebbe negare fondi federali a università o ONG considerate vicine ad ANTIFA, o imporre sanzioni attraverso il Tesoro. Tuttavia, eventuali ricorsi in tribunale potrebbero bloccare le misure.
  • Coinvolgimento degli Stati: governatori repubblicani potrebbero approvare leggi locali contro il “terrorismo domestico”, sostenuti da task force federali.

Uno strumento politico

Senza il sostegno del Congresso o nuove leggi specifiche, l’iniziativa resta più un’arma politica che una rivoluzione normativa. Serve a mobilitare la base conservatrice e a segnare una linea netta contro l’opposizione di sinistra, ma la sua applicazione concreta appare limitata.