Un attacco su larga scala ha colpito l’Ucraina nella giornata di sabato. Secondo il presidente Volodymyr Zelensky, la Russia ha lanciato oltre 600 droni e missili contro nove regioni: Dnipropetrovsk, Mykolaiv, Chernihiv, Zaporizhzhia, Poltava, Kiev, Odesa, Sumy e Kharkiv.
Almeno tre persone sono rimaste uccise e decine sono state ferite. A Dnipro, un missile con munizioni a grappolo ha colpito un edificio residenziale a più piani, causando gravi danni e numerosi feriti.
Le parole di Zelensky
In un messaggio su X, Zelensky ha denunciato la strategia del Cremlino: “Il nemico ha mirato alle nostre infrastrutture, alle aree residenziali e alle imprese civili. Ogni attacco di questo tipo non è una necessità militare, ma una strategia deliberata della Russia per terrorizzare i civili e distruggere le nostre infrastrutture”.
La risposta di Kiev
Nello stesso giorno, le forze ucraine hanno condotto un contrattacco colpendo due raffinerie di petrolio in Russia, nell’ambito della campagna mirata contro il settore energetico di Mosca. Si tratta di una delle azioni più significative compiute recentemente da Kiev per colpire le risorse economiche e logistiche russe.
Una guerra sempre più asimmetrica
L’escalation sottolinea il carattere sempre più asimmetrico del conflitto: da un lato gli attacchi massicci contro le città ucraine, dall’altro le operazioni mirate di Kiev su infrastrutture critiche russe, soprattutto nel settore petrolifero ed energetico.