Donald Trump ha definito questo lunedì un “grande giorno”, alla vigilia di una serie di incontri cruciali alla Casa Bianca con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i principali alleati europei.
La presenza a Washington delle parti direttamente coinvolte nel conflitto, a poche ore dal vertice in Alaska tra Trump e Vladimir Putin, ha alimentato le attese su una possibile svolta nei negoziati di pace.
“So esattamente cosa sto facendo” con Russia e Ucraina, ha scritto il presidente statunitense su Truth, ricordando di aver “risolto sei guerre in sei mesi”. La sua linea, che inizialmente puntava su un cessate il fuoco immediato e senza condizioni, si è trasformata dopo l’incontro con Putin nella ricerca di un accordo più ampio, ma anche più complesso, attirando critiche e rendendo ancora più difficile il percorso diplomatico.
Secondo indiscrezioni, i colloqui alla Casa Bianca saranno incentrati sulla proposta russa di ottenere il controllo definitivo su quattro regioni ucraine parzialmente occupate — Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson — e il riconoscimento della Crimea, annessa da Mosca nel 2014. In cambio, Stati Uniti ed Europa dovrebbero garantire la sicurezza di Kyiv attraverso impegni militari e accordi di lungo termine.
La premier italiana Giorgia Meloni, attesa anche lei a Washington, ha ricordato che “non ci sono soluzioni facili, ma bisogna esplorarle tutte”. Un messaggio che conferma il clima di cautela e al tempo stesso la volontà di non chiudere alcuna opzione sul futuro della pace in Ucraina.