Un professore-avatar alla Sapienza: l’IA entra in aula per formare i medici di domani

Un professore-avatar basato sull’intelligenza artificiale affiancherà gli studenti di Medicina alla Sapienza di Roma. L’obiettivo? Capire se l’IA può davvero migliorare l’apprendimento clinico. È il cuore del progetto sperimentale Ai-Learn@Sapienza, presentato oggi al Policlinico Umberto I e al via da ottobre.

Un trial sperimentale per testare l’IA in aula

Lo studio coinvolgerà 50 studenti dell’Università La Sapienza, divisi in due gruppi. Il primo sarà seguito da un avatar-docente in grado di interagire in modo naturale, fornire feedback personalizzati e adattarsi al ritmo dell’apprendimento. Il secondo gruppo seguirà invece la didattica tradizionale. Entrambi affronteranno lo stesso caso clinico complesso, simulato da un paziente-virtuale, e i risultati saranno valutati secondo criteri scientifici precisi: capacità decisionale, rapidità nella gestione del caso, frequenza di errori, soddisfazione dello studente.

Professore-avatar alla Sapienza, Polimeni: «Innovazione e rigore scientifico insieme»

L’iniziativa, tra le prime del genere in Italia, è sostenuta dalla rettrice Antonella Polimeni e dalla prorettrice alla Didattica Ersilia Barbato. «Ai-Learn@Sapienza è una sfida che coniuga innovazione tecnologica, rigore metodologico e respiro internazionale – ha dichiarato Polimeni –. È un passo concreto verso una formazione medica più personalizzata e basata sull’evidenza».

Una ricerca scientifica applicata alla didattica

A guidare lo studio è il professore Andrea Botticelli, con il supporto della Fondazione per la Medicina Personalizzata (Fmp) e dell’azienda tech ctcHealth. «Non è solo un esperimento didattico – sottolinea Paolo Marchetti, presidente di Fmp – ma un vero e proprio studio scientifico, con l’obiettivo di capire se e come l’IA possa integrarsi nella formazione medica».
Secondo Botticelli, l’obiettivo non è sostituire i docenti, ma potenziarne il ruolo, offrendo agli studenti strumenti interattivi e personalizzati.

Professore-avatar alla Sapienza: un modello replicabile in Europa

Lo studio si articolerà in tre fasi: progettazione, sperimentazione e analisi finale, con conclusione prevista nella primavera 2026.
Se i risultati saranno positivi, il modello potrà essere replicato in altri corsi di Medicina, anche in contesti con minori risorse, ed esteso a livello europeo tramite bandi e collaborazioni accademiche.

In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale sta cambiando profondamente la sanità, La Sapienza scommette sulla ricerca per innovare anche la formazione. Con Ai-Learn, l’aula universitaria diventa il nuovo laboratorio dell’innovazione.