Stop ai numeri fasulli: entra in vigore il blocco automatico per le chiamate camuffate da cellulari italiani

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Da domani il telefono degli italiani potrebbe suonare un po’ meno insistentemente. Entra in vigore il nuovo filtro anti-spoofing che impedirà alle chiamate internazionali di presentarsi come se arrivassero da un normale numero di cellulare italiano. È il meccanismo più potente mai introdotto nel nostro Paese contro telemarketing aggressivo e truffe telefoniche, perché agisce direttamente sulla rete prima che il telefono dell’utente riceva lo squillo.

Spoofing significa alterare l’identità di chi chiama. È la tecnica più diffusa tra i call center esteri e tra chi tenta di estorcere dati fingendosi un istituto bancario o un servizio ufficiale. Fino a oggi il numero appariva perfettamente verosimile: un “3”, un “33”, un “339” come migliaia di cellulari italiani. In realtà si trattava di piattaforme estere con numerazioni inesistenti, capaci di superare filtraggio e diffidenze. Dal 19 novembre questo gioco finisce: gli operatori saranno obbligati a bloccare tutte le chiamate provenienti dall’estero che utilizzano numeri mobili italiani falsi. Chi non si adegua rischia il blocco del traffico in roaming e sanzioni ulteriori.

Il filtro non richiede alcuna azione da parte degli utenti, non ha costi aggiuntivi ed è centralizzato: funziona a livello di rete, cioè interviene prima che la chiamata arrivi ai dispositivi. È un sistema molto più solido rispetto alle app anti-spam, spesso inefficaci di fronte ai numeri fasulli generati digitalmente. E, soprattutto, è obbligatorio per tutti gli operatori che instradano traffico verso l’Italia, compresi quelli stranieri. Perché l’obiettivo è proprio chi lavora al di fuori del perimetro nazionale usando identità telefoniche camuffate.

La prima parte della stretta era arrivata in estate, con il blocco dei numeri fissi italiani camuffati dall’estero. L’Autorità garante delle comunicazioni ha reso noto che a settembre quel filtro ha intercettato 20 milioni di telefonate irregolari, pari a oltre l’1% del traffico internazionale entrante. È un dato che fa capire l’ampiezza del fenomeno e quanto margine di pulizia ci sia ancora. La seconda fase, dedicata ai numeri mobili, potrebbe ridurre ulteriormente il flusso. Ma nessuno immagina che sarà la soluzione definitiva.

Le associazioni dei consumatori lo ripetono da settimane: il filtro colpisce la parte più opaca del fenomeno, non l’intero universo del telemarketing. Continueranno infatti ad arrivare le chiamate commerciali fatte da call center italiani che utilizzano numeri reali e registrati, pienamente compatibili con la normativa. Non saranno bloccate neppure le telefonate provenienti dall’estero che utilizzano numerazioni straniere autentiche: non c’è alterazione, quindi lo spoofing non si applica. Resteranno inoltre completamente fuori dai controlli le telefonate e i messaggi su WhatsApp, Telegram e tutte le applicazioni VoIP, che non passano dai canali tradizionali della rete voce.

Sul fronte delle truffe, il blocco dei numeri mobili fasulli potrebbe mettere fine alle chiamate che imitano il numero della banca o di un operatore telefonico, uno schema usato per convincere gli utenti a fornire codici sensibili. Ma per molte altre forme di raggiro digitale la difesa resta nelle mani del consumatore, che dovrà continuare a valutare con prudenza chi chiama e da dove.

In parallelo all’azione tecnica si muove anche la politica. È di Fratelli d’Italia un emendamento alla manovra che propone l’introduzione di un prefisso unico dedicato alle chiamate commerciali. Chi chiama per proporre un contratto o un’offerta dovrà usare un numero che inizia sempre allo stesso modo, rendendo evidente la natura della chiamata già al primo squillo. È una soluzione che aumenterebbe la trasparenza per i call center regolari, mentre per quelli che operano ai margini servirebbero controlli severi e sanzioni adeguate. L’emendamento prevede multe da 10 mila a 500 mila euro e la sospensione dell’attività per chi non rispetta l’obbligo.

Resta da capire quanto velocemente l’infrastruttura tecnologica funzionerà a regime e quanto le compagnie straniere saranno collaborative. La stessa Agcom ha ammesso che il sistema richiede una costante manutenzione e un monitoraggio continuo, perché i soggetti più opachi tendono a cambiare strategie con rapidità. Ciò nonostante, la stretta avviata quest’anno rappresenta la prima risposta davvero incisiva a un problema che negli ultimi anni si è aggravato per milioni di utenti, sempre più esposti a chiamate indesiderate e tentativi di truffa mascherati da comunicazioni ufficiali.

Il filtro anti-spoofing, insomma, non chiuderà del tutto la porta ai disturbatori, ma almeno la socchiude. E per molti consumatori, dopo anni passati a bloccare numeri a caso, è già un sollievo.