D’Attorre (PD), da governo risposta sbagliata a Macron

“È comprensibile l’irritazione della ministra Bernini per l’irrituale iniziativa del Presidente Macron, che ha invitato direttamente a Parigi anche i Rettori e i Presidenti degli Enti di ricerca italiani, per discutere di come rendere più attrattiva l’Europa per i ricercatori americani in fuga da Trump.

Si comprende meno la risposta che l’Italia starebbe già facendo da sé su questo tema. Risposta sbagliata per due ragioni fondamentali.
La prima è che su un tema del genere non sono singole iniziative nazionali, scoordinate e di portata molto limitata, a poter colmare il ritardo della ricerca europea, specie in alcuni settori cruciali.

La seconda è che l’Italia può essere credibile in una strategia europea volta a rafforzare la ricerca solo se affronta la questione dei suoi circa 35.000 giovani ricercatori precari. Il loro numero si è molto accresciuto dopo i bandi PNRR e sul loro lavoro si regge una parte significativa dell’attività dei nostri atenei e centri di ricerca. Ciononostante, per effetto dei tagli delle risorse e dell’assenza di qualsiasi piano per la fase post-PNRR, la gran parte di loro rischia di essere espulsa a breve dal sistema della ricerca.
Non ha alcun senso, né per l’Italia né per l’Europa, inseguire singole eccellenze americane se il tessuto diffuso della nostra ricerca, costituito da migliaia di giovani ricercatori, viene fatto disgregare senza alcuna visione del futuro”.

Così in una nota Alfredo D’Attorre, responsabile Università nella segreteria nazionale del PD.