Il messaggio di Carlo Nordio in ricordo di Maria Chindamo

«Nell’oscurità dell’omicidio di Maria Chindamo, paradossalmente, vi è la luce di un riscatto, e, al contempo la condanna corale e generazionale di eventi che hanno straziato queste terre.

Oggi, a nove anni dalla sua scomparsa, Maria Chindamo è diventata il simbolo di una nuova società calabrese. Una società che non si piega alle regole di un patriarcato violento; che non accetta la prepotenza di culture sanguinarie e ‘ndranghetiste; che invita la gente arrabbiata a trasformare quella stessa rabbia in speranza. Ogni 6 maggio, qui, si consolida un presidio di legalità.

Davanti al cancello dell’azienda – dove Maria scomparve vittima di lupara bianca e oggi divenuto un’opera d’arte – si celebra una rinascita. A un decennio da quell’orribile delitto, attraverso la storia di questa giovane imprenditrice, si racconta il riscatto di un territorio nella rivoluzione delle piccole cose. “La vita dei morti sta nella memoria dei vivi”, diceva Cicerone.

Lo Stato, nella memoria di Maria, resta vicino ai familiari, agli amici di Maria, a queste terre mai dimenticate. Le organizzazioni unite dal comitato “Controlliamo noi le terre di Mara”, lo spettacolo teatrale di Giulia Minoli e Emanuela Giordano, la scultura di Luigi Camarilla: sono tutti, elementi preziosi di narrazione, oggi a denunciare crimini che spesso rimanevano impuniti.

Ed è per questo che accogliamo con un grande abbraccio e profonda vicinanza quest’iniziativa, “Illuminiamo noi le terre di Maria”. “Noi” significa “noi tutti”. Perché sia chiaro che qui il messaggio dello Stato è tutt’altro che simbolico: in questa battaglia non resterete soli».

Il messaggio del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, letto in occasione dell’evento “Illuminiamo noi le terre di Maria” in ricordo di Maria Chindamo, l’imprenditrice calabrese vittima di ‘ndrangheta scomparsa il 6 maggio 2016 a Limbadi, in provincia di Vibo Valentia.

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