“Diritti, libertà di stampa, giustizia, lotta alla corruzione: il rapporto sullo Stato di diritto della Commissione Europea pubblicato oggi critica il Governo Meloni su più fronti. Non si tratta più di opinioni: quella della Commissione è un’analisi formale e dettagliata con raccomandazioni puntuali all’Italia, che smascherano una deriva autoritaria ormai sotto gli occhi di tutti. Il report lancia un allarme sul restringimento degli spazi democratici della legge sicurezza, sottolinea l’uso sistematico e strumentale dei decreti d’urgenza e punta l’attenzione sulla libertà di stampa: giornalisti aggrediti, minacciati e spiati con spyware, intimiditi con cause civili e penali mentre la riforma per tutelare le fonti giornalistiche è ferma. La Commissione cita poi la riforma costituzionale che separa le carriere di giudici e pm indebolendo la magistratura e alterando l’equilibrio tra i poteri, e denuncia le continue delegittimazioni di magistrati da parte di esponenti politici. Preoccupa anche la proposta di elezione diretta del Presidente del Consiglio che rischia di alterare le dinamiche tra i poteri dello Stato. Infine, si denuncia che l’Italia non ha ancora un’istituzione indipendente per la tutela dei diritti umani. E’ un quadro allarmante: noi continueremo a denunciare, anche in Europa”.
Così in una nota Alessandro Zan, vicepresidente della Commissione LIBE e responsabile Diritti nella segreteria nazionale del Pd.