Clima: ogni anno a fuoco il 3% delle terre emerse. Il 2025 è peggio del 2024, ma in Italia la tecnologia per reagire c’è

terreni a fuoco

Ogni anno, mediamente, 394 milioni di ettari, pari a quasi il 3% delle terre emerse a livello mondiale, vengono distrutti da un incendio. A riportarlo è il portale statistico Our world in data, rielaborando i dati del Global Wildfire Information Systemper l’ultimo decennio (2015-2024). Di questi, una parte si rigenera, un’altra viene colpita in più occasioni. Le cifre sono significative, anche se le foreste e i campi coltivati incidono rispettivamente solo per l’8,26% e per il 7,28% del totale, mentre praterie (42%) e savana (40%) costituiscono i tipi di territorio più coinvolti. Se l’anno peggiore della serie è stato il 2015, con 443 milioni di ettari in fiamme, il trend appare ora in leggera discesa.

“Dobbiamo però stare attenti a minimizzare l’impatto del cambiamento climatico basandoci su numeri non contestualizzati – spiega Massimiliano Palma di Regola, azienda italiana che da trent’anni si occupa di tecnologie software per la pubblica sicurezza – Infatti, la flessione è lieve e si registra soprattutto in zone come Africa e America latina, dove i fenomeni sono legati ad agricoltura e nuovi insediamenti umani causati dalla pressione demografica. Invece, gli incendi boschivi tipici del nostro territorio sono in aumento, e in Europa, per esempio, sono saliti di tre punti percentuali in 20 anni, in Nord America addirittura di cinque punti”.

Nel 2024, i Paesi “maglia nera” sono stati il Portogallo (1.343 ettari bruciati in soli 125 eventi), la Bolivia (1.155 ettari bruciati durante 14.234 eventi) e il Canada (1.031 ettari bruciati a seguito di 4.965 eventi). Restringendo il campo alla sola Europa, impressiona il dato delle due nazioni impegnate nel conflitto iniziato il 24 febbraio 2022: Russia e Ucraina guidano infatti la classifica per numero di incendi (17.753 e 3.509 rispettivamente), con largo margine sugli altri Paesi.

l’ItaliaSolo nei primi sei mesi del 2025 ha già visto bruciare 272 ettari, un quantitativo maggiore rispetto a quello di tutto l’anno precedente (253). Rilevante, purtroppo, anche l’incidenza sulle emissioni di CO2quella che annualmente deriva dagli incendi, tra i 5 e gli 8 miliardi di tonnellate, è pari a un quinto di quella globalmente prodotta dai combustibili fossili e dal cemento (37 miliardi).

“Sono dati che impongono una riflessione sull’importanza della prevenzione e sulla necessità, da parte delle autorità, di investire realmente in resilienza, cosa che, purtroppo, non sempre avviene. – prosegue Massimiliano Palma di Regola – Affidarsi a software in grado di garantire interventi tempestivi e mitigare gli effetti degli eventi estremi rappresenta oggi una scelta responsabile anche nei confronti dell’ecosistema. Fortunatamente, l’Italia è all’avanguardia nello sviluppo di piattaforme pensate per affrontare scenari complessi. Nel nostro Paese, le amministrazioni possono contare su strumenti collegati tra loro, che non solo supportano i processi delle sale operative, ma attivano tempestivamente l’intera catena di allerta: dai responsabili alle squadre operative, fino ai cittadini. Ad esempio, il software Unique in dotazione a molti servizi di emergenza gestisce l’intero processo di raccolta delle segnalazioni, valutazione degli eventi e coordinamento degli interventi di soccorso e prevenzione. Questo strumento, a sua volta, è integrato con il sistema di comunicazione nowtice per inviare avvisi e allerte immediate relativi agli avvenimenti in corso. Il tutto – conclude Palma – anche in caso di cadute di rete, blackout e altre interruzioni di servizio, grazie a soluzioni tecnologiche robuste e ad alta affidabilità. Sono sistemi flessibili, adatti tanto ai grandi enti quanto alle amministrazioni locali; quindi, ognuno può fare la sua parte.