Durante i primi sette mesi del 2025 si sono registrati 653 roghi, per un totale di 30.988 ettari di territorio andati in fumo — una superficie pari a circa 43.400 campi da calcio. È quanto emerge dal nuovo rapporto “L’Italia in fumo” pubblicato da Legambiente, che ha elaborato i dati del sistema europeo Effis (European Forest Fire Information System).
Secondo il report, la media giornaliera è di 3,3 incendi al giorno, con un’estensione media di 47,5 ettari per incendio. Di questi, 18.115 ettari hanno interessato aree naturali (principalmente boschi), 12.733 ettari terreni agricoli, 120 ettari aree artificiali e 7 ettari altre superfici.
Sud Italia in fiamme: Sicilia la regione più colpita
A pagare il prezzo più alto è il Sud Italia. La Sicilia guida la triste classifica con 16.938 ettari bruciati in 248 incendi, seguita da:
- Calabria: 3.633 ettari in 178 roghi
- Puglia: 3.622 ettari in 69 eventi
- Basilicata: 2.121 ettari in appena 13 incendi, con la media più alta (163 ettari per rogo)
- Campania: 1.826 ettari in 77 eventi
- Sardegna: 1.465 ettari in 19 incendi
Nel Centro-Nord spiccano Lazio (696 ettari in 28 incendi), la Provincia di Bolzano (216 ettari in 3 eventi) e la Lombardia.
Le cause: crisi climatica, ecomafie e scarsa prevenzione
Secondo Legambiente, l’Italia è vittima di una “tripla emergenza”: ritardi cronici nella prevenzione, effetti sempre più evidenti della crisi climatica e incendi dolosi legati anche a interessi criminali.
Nel 2024, secondo l’ultimo Rapporto Ecomafia, le forze dell’ordine hanno contestato 3.239 reati legati agli incendi (dolosi, colposi e generici), in calo del 12,2% rispetto al 2023. Ma resta alta l’allerta per i roghi di origine dolosa.
Le proposte di Legambiente: prevenzione e presidi territoriali
“Non basta affrontare l’emergenza estiva – spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – serve un approccio integrato fatto di prevenzione, monitoraggio, rilevamento e contrasto attivo”.
Tra le priorità indicate:
- gestione ecologicamente sostenibile delle risorse agro-silvo-pastorali
- valorizzazione dei servizi ecosistemici
- sostegno alle comunità rurali e montane per rafforzare la presenza sul territorio
- applicazione rigorosa delle leggi per prevenire la speculazione post-incendio
- estensione delle pene per il reato di incendio boschivo
- rafforzamento delle indagini per individuare mandanti e responsabili
Aree protette a rischio: oltre 6.000 ettari bruciati
Sotto attacco anche le aree naturali protette. Secondo il dossier, 6.260 ettari dei terreni bruciati tra gennaio e luglio 2025 ricadono in aree Natura 2000, la rete europea per la tutela della biodiversità. Le regioni più colpite in questo ambito sono ancora una volta Puglia e Sicilia.