La Federazione nazionale FARE, insieme alla sezione siciliana Extralberga Palermo, contesta duramente la decisione del Consiglio comunale di Palermo di aumentare l’imposta di soggiorno da 2 a 4 euro, approvata lo scorso 30 aprile. A parlare è il presidente nazionale Elia Rosciano, che accusa l’amministrazione di aver preso una decisione unilaterale, ignorando il confronto precedentemente avviato con le associazioni del settore.
Durante i lavori del tavolo tecnico istituito con il Comune, era stato concordato un adeguamento graduale a 2,50 euro, in linea con una visione condivisa e sostenibile. Il raddoppio deciso in Consiglio è stato invece motivato con la necessità di coprire il disavanzo del servizio di raccolta rifiuti.
“Si colpisce due volte lo stesso problema”
Secondo la Federazione, il provvedimento si somma all’aumento della TARI già deliberato parallelamente, con il risultato di colpire due volte lo stesso nodo strutturale del bilancio comunale. Una strategia che Rosciano definisce “in contrasto con la legge”, che vincola l’imposta di soggiorno a investimenti per il miglioramento dei servizi turistici, e non alla copertura ordinaria delle spese comunali.
Nella richiesta di audizione già inviata al Comune, si sottolinea come le entrate dell’imposta di soggiorno vengano usate per sopperire a mancanze strutturali, senza che i cittadini e i turisti percepiscano un reale miglioramento in termini di pulizia urbana o decoro della città.
Chiesta un’audizione urgente con il Comune
Emiliano Nania e Sergio Sanfilippo, referenti di Extralberga Palermo, parlano apertamente di “assenza di una visione di sviluppo turistico” e chiedono una convocazione urgente per riprendere un confronto corretto e trasparente. Secondo la Federazione, la decisione del Comune rischia di minare la competitività del sistema ricettivo palermitano, gravando sugli operatori e disincentivando i flussi turistici.
La Federazione FARE, insieme alla consociata siciliana, chiede quindi che la voce del settore venga ascoltata e che la tassa di soggiorno torni ad essere uno strumento al servizio del turismo, non un’ulteriore tassa a carico degli imprenditori locali.