«Il governo ha buttato via un miliardo di euro per una struttura di trattenimento costosa e inutile che ora prova a riconvertire in tutta fretta con un pasticcio». Così il senatore Dario Parrini, vicepresidente della commissione Affari costituzionali, attacca duramente l’esecutivo durante la discussione in Senato del decreto-legge sui centri migranti in Albania. «Ovvio che il premier albanese Edy Rama si sia inginocchiato al cospetto di Giorgia Meloni. Chi glielo farà più un regalo così? Il risultato è che gli italiani si sentiranno insicuri come e più di prima ma con un miliardo in meno da spendere per questioni serie».
Il decreto è legge, ma cambia il progetto originario
Con 126 voti favorevoli, il Senato ha dato il via libera finale al provvedimento voluto dal governo per rendere operativi i centri per migranti in Albania. La misura, introdotta a marzo, nasceva per ospitare persone soccorse nel Mediterraneo senza farle transitare dall’Italia. Tuttavia, ogni tentativo di trattenimento in quelle strutture è stato bocciato dai tribunali, in quanto non conforme alle normative europee. I migranti venivano quindi riportati in Italia, aggravando la loro già precaria condizione psicofisica.
Il centro di Gjader diventa CPR
Per uscire dall’impasse, l’esecutivo ha deciso di riconvertire uno dei due centri – quello di Gjader – in un Centro di permanenza per il rimpatrio (CPR), destinato a ospitare persone che si trovano già in Italia e che hanno ricevuto un decreto di espulsione. Una svolta che segna un netto scostamento rispetto all’ambizione iniziale del progetto: non più una barriera esterna al flusso migratorio, ma un’estensione all’estero del sistema di rimpatri già esistente, e già ampiamente criticato, nel nostro Paese.
Centri Albania, Parrini: «Una struttura inutile a cui state cercando un senso»
Nel suo intervento in aula, Parrini ha rincarato la dose: «Avete fatto una cosa curiosa. Normalmente si costruisce una struttura per rispondere a un bisogno. Qui invece avete una struttura che non serve a nulla e state cercando disperatamente un bisogno per giustificarla». Il senatore dem ha anche criticato l’abuso dei decreti-legge da parte del governo Meloni: «Quasi nessuno dei novanta decreti emessi finora è giustificato da una reale urgenza. Il ricorso immotivato alla decretazione d’urgenza è ormai uno scandalo istituzionale».
E ancora, rivolgendosi direttamente al sottosegretario Nicola Molteni: «Lo definisce un modello innovativo, moderno, virtuoso e vincente. Innovativo può darsi, ma nel mondo ci sono molte innovazioni inutili. Vincente no, visto che è già stato rottamato. Virtuoso nemmeno, perché viola la Costituzione, lo Stato di diritto e il principio di umanità».
Una critica al cuore della strategia del governo
Parrini ha poi concluso con un attacco politico di fondo: «Capisco che l’immigrazione sia una benzina per la destra sovranista, ma sostituire la narrazione al governo è impensabile. Continuate a raccontare che gli sbarchi sono calati, che le città sono più sicure, ma non è vero. Governare significa risolvere problemi, non costruire castelli di propaganda». E sulla genuflessione di Rama davanti a Meloni: «Mi è stato detto che lo ha fatto per non sembrare troppo alto accanto a lei. No, quella era una genuflessione politica, e la dice lunga sulla natura di questo provvedimento».