La cucina italiana è ufficialmente riconosciuta Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità dall’Unesco. Un traguardo storico che rende l’Italia il primo Paese al mondo a ottenere questo riconoscimento per la propria tradizione gastronomica. Una notizia che va ben oltre il valore simbolico e che parla di identità, cultura, lavoro e territorio.
A sottolinearne il significato è il deputato Mauro Rotelli, presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera, che definisce la giornata “importante per la nostra Nazione” e il riconoscimento “un risultato straordinario”. Secondo Rotelli, l’Unesco certifica non solo l’eccellenza della cucina italiana, ma il suo ruolo come patrimonio condiviso, capace di trasformare il saper fare in valore universale.
La cucina, spiega il parlamentare, è molto più di una somma di ricette: è memoria collettiva, creatività, cultura e sostenibilità. È il racconto delle radici delle comunità locali, dell’ingegno dei territori e di una tradizione tramandata di generazione in generazione. Un linguaggio comune che unisce città e borghi, Nord e Sud, produzioni artigianali e filiere di eccellenza.
Il riconoscimento, aggiunge Rotelli, comporta anche una responsabilità precisa: quella di tutelare e promuovere questo patrimonio, investendo su qualità, formazione e sviluppo. La cucina italiana diventa così non solo simbolo identitario, ma leva strategica per il futuro del Paese, in grado di rafforzare il sistema produttivo e l’attrattività internazionale dell’Italia.
Nel suo intervento, il presidente della Commissione Ambiente ringrazia il Governo guidato da Giorgia Meloni e, in particolare, il ministro della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e il ministro della Cultura Alessandro Giuli per aver reso possibile il risultato. “Oggi ha vinto l’Italia – conclude Rotelli – con le sue tradizioni, il suo sistema produttivo e il valore della sua identità più autentica”.







