“Proporremo due documenti: un’interrogazione parlamentare per chiedere conto degli incontri e dei contatti con il regime georgiano, e una risoluzione che ricalca quella adottata dal Parlamento europeo”. Con queste parole il senatore del Partito Democratico Filippo Sensi ha rilanciato dalla Sala Stampa della Camera dei Deputati l’impegno delle opposizioni italiane a sostegno del popolo georgiano, che continua a “mobilitarsi contro una legge repressiva per la difesa del proprio diritto a un futuro europeo”.
La conferenza stampa, dal titolo “La Georgia che lotta: libertà, diritti, democrazia”, è stata promossa insieme alla deputata Lia Quartapelle e ha visto la partecipazione trasversale di esponenti delle opposizioni: Ivan Scalfarotto (Italia Viva), Marco Lombardo (Azione – Renew Europe) e Riccardo Magi (+Europa). Le immagini e le parole pronunciate a Montecitorio sono state riprese dalla televisione georgiana, segno dell’attenzione con cui Tbilisi guarda al dibattito politico internazionale.

La crisi in Georgia: una legge repressiva e la reazione europea
La crisi politica in Georgia è esplosa all’inizio di aprile 2024, quando il partito di governo Sogno Georgiano ha annunciato la reintroduzione di un controverso disegno di legge su “influenza straniera”, già ritirato nel 2023 a seguito di proteste popolari. Approvata in prima lettura il 17 aprile 2024, la legge impone alle organizzazioni che ricevono più del 20% dei fondi dall’estero di registrarsi come “organizzazioni che perseguono interessi stranieri” – un meccanismo che richiama direttamente la normativa russa sugli “agenti stranieri”.
La proposta ha suscitato preoccupazione nelle istituzioni europee. Il Servizio Europeo per l’Azione Esterna (EEAS) l’ha definita “incompatibile con i valori europei”, mentre la Presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen, in una dichiarazione del 18 aprile, ha ribadito: “Il futuro della Georgia è in Europa, ma deve basarsi su democrazia, trasparenza e libertà”.
La Georgia ha ottenuto lo status di Paese candidato all’UE nel dicembre 2023, ma condizionato a riforme strutturali. Secondo l’ultimo rapporto della Commissione Europea (novembre 2023), Tbilisi deve ancora affrontare criticità in materia di giustizia, libertà dei media e lotta alla corruzione. Organizzazioni come Amnesty International e Human Rights Watch denunciano che il disegno di legge minaccia gravemente la libertà di espressione e l’attività della società civile.
Nel frattempo, decine di migliaia di georgiani continuano a manifestare pacificamente, sventolando le bandiere dell’Unione Europea come simbolo di un’identità condivisa e un orientamento politico chiaro: l’adesione piena alla famiglia europea.

Gli interventi nella conferenza stampa
Nel corso della conferenza, Filippo Sensi ha sottolineato la gravità del silenzio del governo italiano: “Non possiamo restare spettatori mentre la Georgia rischia di deragliare dal suo percorso europeo. Le manifestazioni di piazza dimostrano che la volontà popolare è chiara”.
Secondo Ivan Scalfarotto “vedere i georgiani combattere con il vessillo dell’UE conferma quanto l’Europa sia lo spazio della libertà e dei diritti”, in particolare in un momento in cui “in Ungheria si approva in Costituzione la discriminazione della comunità LGBT, mentre in Georgia si scende in piazza per i diritti e la libertà”.
Riccardo Magi, intervenuto anche per ringraziare alcuni cittadini georgiani presenti in sala, ha sottolineato la valenza simbolica della loro presenza: “È un segnale politico forte, specie per chi, in questo Parlamento, vorrebbe invitare l’ambasciatore russo”.
Lia Quartapelle ha denunciato l’assenza di risposte da parte del governo italiano: “Meloni è rimasta muta, come se la Georgia non esistesse. Ma la questione georgiana è la cartina di tornasole delle ambiguità della maggioranza, non solo su Tbilisi ma anche su Ucraina e difesa comune”.
Marco Lombardo ha ricordato che “la politica estera è anche politica interna. Parlare di Georgia significa parlare del futuro dell’Unione Europea. Non possiamo permetterci ambiguità”.
Scenari futuri: l’Europa attende segnali chiari da Tbilisi
Secondo la Commissione Europea, l’approvazione definitiva della legge sulla “trasparenza dell’influenza straniera” rischierebbe di bloccare il percorso di adesione all’UE, avviato ufficialmente nel marzo 2022 e sostenuto dalla concessione dello status di Paese candidato nel dicembre 2023. Il Parlamento Europeo ha già votato una risoluzione il 25 aprile 2024 in cui chiede il ritiro immediato del testo e invita la Commissione a sospendere i finanziamenti nel caso di un allontanamento dai criteri di Copenaghen.
Nel frattempo, il Consiglio Europeo ha messo all’ordine del giorno la questione georgiana per il prossimo vertice di giugno, dove si discuterà della coerenza dell’allargamento e delle implicazioni geopolitiche della crescente influenza russa nel Caucaso.
Se il governo georgiano manterrà la linea repressiva, le conseguenze potrebbero essere un congelamento dello status di candidato, l’interruzione dei fondi europei e un possibile isolamento diplomatico. Al contrario, segnali di apertura e dialogo con l’opposizione e la società civile potrebbero rafforzare il sostegno europeo e riattivare un percorso virtuoso verso Bruxelles.
In questo contesto, l’Italia – come Stato membro dell’UE – ha la possibilità e la responsabilità di far sentire la propria voce in difesa di quei valori fondanti su cui l’Unione è costruita: democrazia, libertà e diritti umani.