Draghi: “L’Europa deve generare crescita da sola”

Mario Draghi

Mario Draghi, intervenendo al XVIII summit sull’innovazione Cotec Europa a Coimbra, ha lanciato un messaggio chiaro: l’Europa non può più contare sulla crescita trainata dai consumatori statunitensi e deve imparare a generare ricchezza in modo autonomo. Le recenti evoluzioni geopolitiche e le azioni unilaterali, in particolare degli Stati Uniti, stanno modificando gli equilibri commerciali globali in modo profondo e, forse, irreversibile.

“Punto di rottura” nell’ordine multilaterale

Draghi ha sottolineato come i cambiamenti siano in corso da anni e come il sistema multilaterale sia stato minato da decisioni unilaterali e dalla progressiva marginalizzazione del WTO. “La situazione si stava deteriorando anche prima del recente innalzamento delle tariffe”, ha spiegato l’ex presidente della BCE, indicando nelle frammentazioni politiche interne e nella crescita debole dell’Europa due elementi di criticità che ostacolano una risposta unitaria ed efficace.

Il peso delle decisioni statunitensi sull’economia europea

L’ex premier ha definito inevitabile l’impatto delle azioni americane sull’economia europea. Anche in caso di attenuazione delle tensioni, l’incertezza rimarrà, frenando gli investimenti nel settore manifatturiero dell’Unione. Da qui la necessità di riflettere sul ruolo che l’Europa vuole giocare nel mondo.

“Non possiamo sostituire gli Stati Uniti nel breve periodo”

Draghi ha riconosciuto la difficoltà di diversificare rapidamente dagli Stati Uniti, che restano i principali responsabili del deficit commerciale globale di beni. Né la Cina né il Giappone offrono attualmente un’alternativa stabile, dato il loro surplus strutturale. “Dovremo trovare un accordo con gli Stati Uniti per mantenere aperto il nostro accesso”, ha precisato.

Una nuova strategia per la competitività

Secondo Draghi, è illusorio pensare che il commercio con Washington possa semplicemente tornare alla normalità. “Se l’Europa vuole davvero dipendere meno dalla crescita statunitense, dovrà produrla da sola”, ha affermato, evidenziando come la capacità di innovazione, l’apertura di nuovi mercati e una maggiore coesione interna siano oggi elementi imprescindibili per garantire lo sviluppo.

Un messaggio netto e ambizioso, quello dell’autore del report sulla competitività europea per la Commissione Ue, che si inserisce nel dibattito più ampio sul futuro economico e geopolitico dell’Unione in un mondo sempre più instabile e frammentato.