Emergenza idrica già a maggio: Pecoraro Scanio chiede intervento urgente

“Siamo solo a maggio e già l’Italia affronta una vera e propria emergenza idrica. È inaccettabile che ad Agrigento, Capitale italiana della Cultura 2025, si ricorra alle autobotti e si registrino interruzioni dell’acqua potabile anche per dieci giorni consecutivi. È assurdo.”

Lo dichiara Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde e già Ministro dell’Ambiente e dell’Agricoltura, commentando l’aggravarsi della crisi idrica in Sicilia e in altre regioni del Sud.

Il cambiamento climatico ha reso la crisi un problema nazionale

“La situazione nelle aree già storicamente fragili come Sicilia, Sardegna, Puglia, Calabria e parte della Basilicata è ben nota da decenni – spiega Pecoraro Scanio – ma il cambiamento climatico ha amplificato il problema, rendendolo nazionale. Oggi l’Italia è colpita da nord a sud, dalle Alpi a Pantelleria, con manifestazioni diverse ma tutte gravi. È indispensabile che il Governo e il Parlamento convochino una sessione straordinaria per affrontare con urgenza questa emergenza strutturale.”

Servono risposte concrete e immediate

L’ex ministro sottolinea la necessità di ascoltare la comunità scientifica e tecnica, che da anni propone soluzioni sostenibili: “Dalla riqualificazione dei grandi invasi alla creazione di piccoli laghetti, fino ai progetti dell’Associazione nazionale delle bonifiche. Come Fondazione UniVerde abbiamo lanciato i certificati blu per incentivare una gestione intelligente e sostenibile della risorsa idrica. Ma il Governo resta in grave ritardo.”

Pecoraro Scanio denuncia anche l’inefficacia delle azioni finora intraprese: “Anche i Commissari straordinari nominati vengono spesso ignorati nelle loro proposte. È ora di passare dalle parole ai fatti”.

La richiesta: stato di emergenza nazionale e interventi rapidi

La proposta dell’ex ministro è chiara: “Si dichiari subito lo stato di emergenza idrica nazionale e si proceda con interventi immediati, senza perdere altro tempo prezioso. Non possiamo permetterci un altro anno drammatico per l’agricoltura, per le comunità – soprattutto del Centro-Sud – e per gli ecosistemi naturali del nostro Paese.”