Ex Ilva, il Governo stanzia altri 200 milioni: al centro la tutela dei lavoratori

Un nuovo intervento economico per Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria: il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge contenente «misure urgenti a favore dei comparti produttivi», tra cui lo stanziamento di ulteriori 200 milioni di euro a favore dell’ex Ilva. La misura, già anticipata dall’AGI, si inserisce nel complesso quadro di sostegno pubblico al colosso siderurgico, in grave crisi industriale e finanziaria.

Le nuove risorse

I fondi appena deliberati serviranno a garantire la continuità operativa del gruppo: produzione, manutenzione degli impianti, pagamento degli stipendi e delle forniture alle imprese dell’indotto. Si tratta di un ulteriore segnale di sostegno da parte del governo, in attesa che la trattativa per la vendita dell’azienda trovi uno sbocco definitivo. I commissari stanno infatti negoziando con Baku Steel Company, ma restano sul tavolo anche le offerte degli indiani di Jindal Steel International e degli statunitensi di Bedrock.

Ex Ilva, tutti i numeri: oltre un miliardo in 15 mesi

Con questo nuovo stanziamento, l’impegno pubblico verso l’ex Ilva supera il miliardo di euro in circa 15 mesi. Oltre ai 200 milioni appena approvati, il gruppo ha già ricevuto: due tranche da 150 milioni ciascuna dal patrimonio destinato di Ilva in AS; 320 milioni con il prestito ponte autorizzato dall’UE nel luglio 2024; 100 milioni aggiuntivi dal decreto Milleproroghe; 250 milioni ulteriori con l’estensione a 400 milioni di una delle precedenti misure.

Le incognite: ambiente, rigassificatore e accordo di programma

Tuttavia, le iniezioni di liquidità non bastano a risolvere le criticità strutturali e ambientali dello stabilimento. Sul tavolo restano temi cruciali come: il rilascio della nuova Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA); l’arrivo a Taranto della nave di rigassificazione per la transizione a forni elettrici alimentati a gas; la definizione e firma dell’accordo di programma tra governo e istituzioni locali.

Su quest’ultimo punto, è atteso un confronto la prossima settimana tra l’esecutivo e il nuovo sindaco di Taranto, Piero Bitetti (centrosinistra). Il primo cittadino ha già chiarito la sua posizione: «Non condividerò alcun accordo di programma definito senza la partecipazione del Comune, del pubblico e della società civile. Una transizione green deve partire anche dai metodi, non solo dalla tecnologia».

Lavoro e cassa integrazione

Una parte delle nuove risorse servirà anche a gestire la cassa integrazione, che attualmente riguarda oltre 4mila lavoratori, di cui 3.538 solo a Taranto, con un incremento di circa mille unità rispetto alla fase precedente. Il tema dell’occupazione resta centrale nel percorso di rilancio dell’ex Ilva, che ha ottenuto finora 300 milioni direttamente dal patrimonio destinato della società Ilva in amministrazione straordinaria — fondi provenienti dal miliardo rientrato in Italia dalla ex proprietà Riva per effetto dell’accordo con la Procura di Milano.

Il governo punta ora a stringere i tempi sulla cessione del gruppo e sul completamento del quadro normativo e ambientale necessario per rilanciare il sito di Taranto. Ma la strada resta complessa, tra emergenze industriali, risanamento ambientale e legittime richieste di partecipazione da parte della comunità locale.