Friedrich Merz eletto cancelliere al secondo scrutinio, dopo una giornata ad alta tensione

Merz

Un’elezione che entrerà nei libri di storia. Dopo una giornata carica di tensione politica e incertezze parlamentari, Friedrich Merz è stato eletto cancelliere della Germania al secondo scrutinio del Bundestag. È la prima volta nella storia della Repubblica Federale che un cancelliere designato non riesce a ottenere la fiducia al primo turno.

Nel primo voto, svoltosi nella mattinata, Merz – leader della CDU e figura centrale del centrodestra tedesco – si era fermato a soli sei voti dalla maggioranza assoluta richiesta. Una vera doccia fredda, causata dalla defezione di 18 parlamentari della sua stessa coalizione, composta da CDU/CSU, FDP e parte di Bündnis Deutschland. Il Parlamento, col fiato sospeso, è stato riconvocato nel pomeriggio per un secondo scrutinio.

Il secondo voto ha ribaltato la situazione: Merz ha superato la soglia dei 368 voti necessari, conquistando 374 preferenze. Un margine stretto, ma sufficiente per aprire una nuova fase della politica tedesca. Applausi misurati nell’aula del Bundestag, sorrisi tesi tra i banchi della coalizione, mentre l’opposizione ha accolto l’esito con freddezza e, in alcuni casi, con esplicito scetticismo.

«Ringrazio il Parlamento per la fiducia e la responsabilità che mi ha affidato. Sarò il cancelliere di tutti i tedeschi», ha dichiarato Merz in un discorso sobrio ma deciso. Ha poi annunciato che il nuovo governo sarà operativo «entro la settimana» e che affronterà «con realismo e coraggio» le sfide economiche e internazionali.

La mancata elezione al primo scrutinio ha scoperchiato tensioni profonde all’interno della coalizione. Secondo fonti parlamentari, la defezione dei 18 voti sarebbe stata legata a dissidi sul programma economico e sulla gestione della politica migratoria. Alcuni esponenti liberali e conservatori avrebbero espresso riserve su possibili aperture al centro o su nomi chiave del nuovo esecutivo.

Il secondo turno è stato preceduto da un’intensa opera di mediazione notturna, con Merz e i suoi più stretti collaboratori impegnati a recuperare consensi e placare malumori. Un compromesso dell’ultima ora sulla nomina del futuro ministro delle Finanze avrebbe convinto almeno una parte dei “dissidenti” a rientrare nei ranghi.

In settantacinque anni di storia, la Germania non aveva mai vissuto un’elezione cancellierale così turbolenta. Persino nei momenti di maggiore frammentazione politica, come dopo le elezioni del 2017 o del 2021, il cancelliere designato era sempre stato eletto al primo turno. Il caso Merz apre un precedente che segna un cambio d’epoca nella politica tedesca: meno disciplina di partito, più pressioni interne, coalizioni sempre più fragili.
Friedrich Merz si insedia in un momento delicatissimo: rallentamento economico, crisi energetica ancora irrisolta, tensioni sociali sul fronte dell’immigrazione e una crescente pressione internazionale legata al conflitto in Ucraina e ai rapporti con la Cina. La sua linea politica – improntata al rigore fiscale, al rafforzamento dell’industria e a un maggiore ruolo internazionale della Germania – promette discontinuità rispetto alla precedente stagione guidata dai socialdemocratici.

Ma il voto del Bundestag lancia anche un messaggio chiaro: Merz ha una maggioranza fragile. E ogni passo falso potrebbe trasformarsi in una nuova crisi.