Il caso Visibilia si ferma in aula: il processo a Daniela Santanchè sospeso in attesa del Senato

Il processo per diffamazione contro Daniela Santanchè, legato al caso Visibilia, si ferma a un passaggio istituzionale decisivo. A Roma il giudice monocratico ha disposto la sospensione del procedimento e la trasmissione degli atti al Senato, chiamato a pronunciarsi sulla condizione di procedibilità. Tutto ruota attorno alla natura delle parole pronunciate dalla ministra del Turismo: dichiarazioni rese durante un’informativa in Aula, nel pieno delle polemiche sull’inchiesta giudiziaria che coinvolgeva lei e le società a lei riconducibili.

L’episodio citato nel capo d’imputazione risale al 5 luglio 2023. Quel giorno Santanchè intervenne in Senato per difendersi dalle accuse legate alla gestione di Visibilia. Nel suo intervento, però, definì l’azionista di minoranza Giuseppe Zeno «una sorta di finanziere partito da Torre del Greco, passato per Londra, la Svizzera, Montecarlo e oggi residente alle Bahamas». Una ricostruzione giudicata lesiva da Zeno, che ha sporto querela.

La ministra non si fermò a quella descrizione. Sostenne che Zeno avesse evocato «inverosimili e oscure manovre» dopo aver tentato, a suo dire, di costringerla ad accordi «inaccettabili». Parlò di registrazioni vocali e di «finalità» da chiarire in sede giudiziaria, lasciando intendere l’esistenza di pressioni legali poi rigettate tramite diffida. Dichiarazioni pronunciate non in un contesto privato, ma nel corso di una seduta ufficiale e rilanciate sul canale YouTube del Senato, da cui nasce l’aggravante contestata.

La difesa ha sostenuto che quelle affermazioni rientrassero nell’esercizio delle funzioni parlamentari, motivo per cui ogni valutazione sulla loro perseguibilità spetta a Palazzo Madama. Il giudice ha accolto la tesi, aprendo così una fase politica oltre che giudiziaria. Senza la delibera del Senato il processo non può proseguire, e la sospensione operata oggi rimette tutto al vaglio della giunta competente.

Per Zeno, che si ritiene danneggiato sul piano reputazionale, la decisione significa attendere ancora, in un contesto già segnato da tensioni societarie e accuse incrociate. Per Santanchè, inserita da mesi nel dibattito sul caso Visibilia, la sospensione apre invece un fronte parlamentare che si intreccia con la dimensione giudiziaria e con il ruolo istituzionale che riveste. La prossima mossa, ora, tocca al Senato.