IVG: Mori (PD), in Sicilia il governo agisce contro il diritto alla salute delle donne

Roberta Mori

Al centro del dibattito politico, l’impugnativa da parte del governo Meloni della legge regionale siciliana che riguarda l’organizzazione dei servizi IVG. A denunciare l’atto è Roberta Mori, portavoce nazionale della Conferenza delle Donne Democratiche del Partito Democratico.

“Con l’impugnativa della legge siciliana sull’organizzazione dei servizi IVG, il governo Meloni compie un altro grave atto ideologico contro l’autodeterminazione femminile e il diritto alla salute delle donne. Si colpisce una norma di buon senso, promossa dal Partito Democratico, che garantisce la presenza di personale non obiettore nei reparti ospedalieri per assicurare l’effettiva applicazione della legge 194”, afferma Mori in una nota.

Secondo i dati del ministero della Salute, in Sicilia oltre l’80% dei ginecologi è obiettore di coscienza e solo il 47,3% degli ospedali garantisce l’accesso al servizio. Una condizione che, per Mori, rende ancora più grave la scelta dell’esecutivo.

“Invece di sanare questa disuguaglianza, il governo la cristallizza, impugnando l’unico intervento che prova a correggerla. Le motivazioni addotte, dalla presunta violazione dell’art. 117 della Costituzione alla libertà di coscienza, sono giuridicamente deboli: la legge regionale non istituisce concorsi riservati, non discrimina gli obiettori, ma risponde all’obbligo, previsto dalla stessa 194, di garantire il servizio sanitario. È una norma organizzativa, non ideologica”, sottolinea Mori alla Conferenza delle Donne Democratiche del Partito Democratico.

Concludendo, Mori afferma: “Ideologico è, invece, richiamare l’obiezione di coscienza, che va rispettata, come diritto assoluto da usare per sabotare un diritto di scelta fondamentale delle donne. Reagiremo oggi e sempre e difenderemo la piena applicazione della 194”.