«La questione del contributo delle banche è stata gestita dal governo in modo caotico e contraddittorio. Altro che il “miracolo” di cui parla il ministro Giorgetti. Dai segnali che arrivano dalla maggioranza, in particolare da Forza Italia, emerge chiaramente che non ci sarà alcuna vera imposta sugli extraprofitti. Con buona pace di Matteo Salvini».
Lo dichiara ad Affaritaliani il senatore Antonio Misiani, responsabile Economia del Partito Democratico, commentando l’intesa raggiunta nel governo sul contributo degli istituti di credito nella Legge di Bilancio per il 2026.
«Le risorse per la manovra – prosegue Misiani – arriveranno da un contributo “volontario” del settore bancario. Siamo di fronte a una fiscalità su misura, calibrata per una sola categoria, mentre tutti gli altri contribuenti restano a guardare.
Restano però due questioni fondamentali. Primo: se il contributo delle banche, che pesa in modo rilevante sugli equilibri economici della manovra, è davvero “volontario”, quale certezza potrà esserci sulle entrate previste per lo Stato? Secondo: se le banche effettivamente pagheranno, chi garantisce che il costo non venga scaricato sui correntisti?
Perché se così fosse – conclude Misiani – alla beffa della rinuncia a tassare gli extraprofitti si sommerebbe il danno di nuovi oneri miliardari per i clienti delle banche. Uno scenario inaccettabile».