Martusciello pronto a guidare il centrodestra in Campania: “Se mi candido vinco, ma se perdo resto in Consiglio regionale”

Sotto il Vesuvio il centrodestra è ancora senza candidato, ma il nome che torna a rimbalzare con insistenza è quello di Fulvio Martusciello. L’europarlamentare di Forza Italia, segretario regionale del partito e uomo vicino ad Antonio Tajani, potrebbe essere il prescelto per guidare la coalizione nella battaglia che in molti già danno per persa contro il campo largo.

La Campania è da sempre una roccaforte difficile per il centrodestra. Dopo il passo indietro del sottosegretario agli Esteri Edmondo Cirielli e l’impossibilità per la Lega di esprimere un nome competitivo a Napoli, lo scenario si è fatto ancora più complicato. Ma è proprio nei momenti di incertezza che possono riaffiorare figure capaci di incarnare una leadership riconosciuta. Martusciello, forte dei numeri raccolti alle ultime Europee e delle rilevazioni interne che lo danno in crescita, si ritrova ora al centro della scena.

La sua figura era rimasta defilata negli ultimi mesi. A farlo arretrare, l’inchiesta della magistratura belga che aveva coinvolto la sua assistente Luciana Simeone. Una vicenda rivelatasi priva di sviluppi, ma sufficiente a spingere Martusciello a mettere in pausa le ambizioni regionali. Oggi però la situazione è cambiata: l’indagine si è dissolta, il candidato non c’è e il pressing dei colleghi di partito lo spinge a riconsiderare la corsa.

Il suo nome è stato rilanciato da Dagospia, che questa mattina lo ha riproposto come l’opzione più concreta per il centrodestra. Da Telese Terme, dove era impegnato nell’organizzazione della festa nazionale del partito, Martusciello non si è sottratto alle domande. “Io candidato a presidente? Se dovessi essere candidato vincerei, ma se dovessi perdere resterei in consiglio regionale. Questa è una condizione imprescindibile”, ha dichiarato, con un sorriso che non nasconde la determinazione.

Non si tratta di una semplice boutade. La posizione di Martusciello, capodelegazione di Forza Italia al Parlamento europeo, lo rende una pedina di peso negli equilibri interni. Tajani, che con lui ha un rapporto diretto e consolidato, vedrebbe di buon occhio una candidatura in grado di garantire un risultato dignitoso anche in uno scenario avverso. Del resto, per il partito azzurro la Campania resta una delle regioni più simboliche, sia per la consistenza del voto che per il valore politico nazionale.

Dietro la possibile discesa in campo si muove anche una strategia di contenimento delle spinte interne. La Lega, priva di candidati realmente forti, non appare in grado di avanzare proposte credibili. Fratelli d’Italia, impegnata in più fronti elettorali, ha scelto di lasciare spazio a figure di Forza Italia per mantenere l’unità. Martusciello diventa così il punto di equilibrio tra le esigenze della coalizione e la necessità di presentarsi compatti.

Il contesto, però, resta complesso. Il campo largo guidato dal centrosinistra è accreditato come favorito, con macchine organizzative già pronte e nomi radicati sul territorio. A ciò si aggiunge il fattore ambientale: la Campania è da anni governata dal centrosinistra e il consenso accumulato rappresenta una barriera difficile da scalfire. Per questo motivo, in molti leggono la disponibilità di Martusciello come un atto di coraggio più che come un’operazione di calcolo politico.

Le parole dell’eurodeputato, tuttavia, mostrano un approccio pragmatico. Accettare la sfida, sapendo che il risultato finale potrebbe anche non sorridere, ma con la certezza di restare in campo politico. “Se dovessi vincere avrei la possibilità di imprimere una svolta alla regione. Se dovessi perdere, resterei comunque in Consiglio regionale a rappresentare i cittadini e a difendere il lavoro fatto finora”, ha ribadito ai cronisti.

La base forzista osserva con attenzione, divisa tra entusiasmo e cautela. Da un lato c’è chi intravede nella candidatura di Martusciello l’occasione per ridare slancio a una coalizione appannata; dall’altro non manca chi teme un confronto impari con un centrosinistra compatto. In ogni caso, la sensazione è che il tempo stringa e che la decisione vada presa rapidamente.

Per ora, la partita resta aperta. Ma il ritorno di Martusciello sulla scena campana è già di per sé un segnale: il centrodestra ha bisogno di un nome, e il suo è l’unico che, almeno sulla carta, sembra poter reggere l’urto.