A cinque anni dalla morte di Willy Monteiro Duarte, Colleferro si è raccolta in una cerimonia carica di emozione e significato civile. La città ha ricordato il giovane ucciso nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020, con la partecipazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha rivolto parole intense di memoria, ma anche di monito contro l’odio e la violenza.
“È un nostro ragazzo, ucciso da una violenza cieca, insensata e brutale mentre cercava di difendere un amico e di placare gli animi per evitare che si scatenasse una rissa”, ha detto il Capo dello Stato, ricordando Willy come un “italiano esemplare”. Nel suo discorso, Mattarella ha citato Martin Luther King: “L’odio moltiplica l’odio, la violenza moltiplica la violenza”.
Accolto dal sindaco Pierluigi Sanna, il Presidente è arrivato in città tra applausi e silenzi commossi. In forma privata ha incontrato la madre e la sorella di Willy, Lucia e Milena Monteiro Duarte, prima di prendere posto in prima fila accanto alle autorità locali e ai sindaci del territorio. Dietro di loro, gli studenti dell’istituto Vinciguerra, dove Willy aveva studiato.

Nel corso del suo intervento, Mattarella ha ricordato che il giovane è stato insignito alla memoria della medaglia d’oro al valor civile: “Willy è un italiano esemplare: per questo è stato insignito alla memoria della medaglia d’oro al valor civile”. Le sue parole hanno voluto lanciare un messaggio forte contro la cultura dell’odio e la normalizzazione della violenza: “I giovani meritano maggiore rispetto e richiedono grande attenzione. La violenza non è forza ma debolezza, lo scrisse Benedetto Croce. Tra coloro che hanno diffuso umanità con i loro gesti c’è anche Willy.”
Il Capo dello Stato ha poi rivolto uno sguardo critico all’epoca attuale, con un riferimento diretto alla comunicazione digitale e ai suoi rischi. Davanti a una platea composta soprattutto da giovani, ha sottolineato il pericolo dei social media, dove spesso “vengono amplificate parole di odio, accompagnate da narrazioni che generano sfiducia e conflitti”, e dove “il diverso da sé viene visto come un nemico da abbattere.”
A chiudere la cerimonia è stato l’intervento toccante della madre di Willy, Lucia Duarte, che ha ringraziato il Presidente con parole semplici e profonde: “Un grande onore per me stare qui davanti a lei in questa piazza, dove Willy ha lasciato il suo cuore. Nel nostro grande dolore abbiamo sentito l’abbraccio dell’Italia intera”. Poi ha aggiunto: “Non vogliamo che sia ricordato come un eroe, ma come un ragazzo semplice e amico di tutti. Il messaggio che portiamo avanti da cinque anni è vivere con la pace nel cuore, senza odio, perché l’odio e la vendetta portano solo altro dolore e impediscono di vedere le cose belle”.
La storia di Willy, ucciso per aver tentato di difendere un amico, continua a rappresentare un simbolo di civiltà e coraggio. Colleferro ha trasformato quella notte di violenza in un impegno collettivo contro l’odio. Un messaggio che, come ha sottolineato Mattarella, è più attuale che mai: onorare Willy “significa costruire un mondo in cui l’amicizia, come lui ha insegnato, sia fondamento della vita sociale.”