Mattarella sfida Mosca: “La Russia ha cancellato la pace”. Schiena dritta e nessun timore

Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Sergio Mattarella non abbassa lo sguardo. Non lo ha mai fatto e non comincerà certo ora che Mosca ha deciso di inserirlo nella sua personale lista nera dei “russofobi”. Alla cerimonia del Ventaglio, nel cuore del Quirinale, il presidente della Repubblica ha scelto di parlare chiaro, senza giri di parole, con quella pacata fermezza che da anni è il suo marchio di fabbrica. «Prosegue, angosciosa, la postura aggressiva della Russia in Ucraina: un macigno sulle prospettive del continente europeo e dei suoi giovani», ha scandito. Parole nette, che suonano come una sfida a chi, dall’altra parte, coltiva la logica delle minacce.

Per Mattarella, l’aggressione all’Ucraina ha cancellato un equilibrio fragile ma vitale, quello che da decenni garantiva la pace in Europa. «La scelta e la postura della Russia hanno, più che stravolto, cancellato l’equilibrio; equilibrio che garantisce la pace e dissuade da avventure di guerra», ha spiegato, ricordando come la storia insegni che finché resterà viva la tentazione di dominio, la pace avrà bisogno di un bilanciamento di forze per reggere. Non c’è rancore nelle sue parole, ma consapevolezza: il Cremlino, oggi, è una minaccia conclamata alla stabilità europea.

Il capo dello Stato ripercorre il mutamento che ha travolto l’Europa. «È ben noto che i Paesi dell’Unione e della Nato che si affacciano sul Baltico nutrono grave preoccupazione, se non la convinzione, che la Russia coltivi propositi di nuove aggressioni, a scapito della loro sicurezza e persino della loro indipendenza». È la constatazione di un pericolo concreto, che spiega anche la svolta storica di Paesi come la Finlandia, passata dalla neutralità all’ingresso deciso nella Nato dopo l’invasione dell’Ucraina. «Quel grande Paese, sulla cui collaborazione avevamo nutrito fiducia, ha assunto una sconcertante configurazione volta allo scontro di potenza militare».

Mattarella non si limita all’analisi geopolitica: mette in guardia contro le armi invisibili della guerra moderna, quelle della disinformazione. «Questi mutamenti, così profondi e inattesi, hanno provocato un comprensibile disorientamento nelle opinioni pubbliche. Disorientamento aggravato da una abile e perversa opera di diffusione di false notizie e false raffigurazioni», avverte. È il ritratto di un conflitto che non si combatte solo con carri armati e missili, ma con menzogne, social network e propaganda tossica, destinata a insinuare dubbi e divisioni.

Poi il presidente allarga lo sguardo. Dall’Europa al Medio Oriente, il tono non cambia: lucido, sobrio, ma fermo. «Sul Medio Oriente è persino scontato affermare che la situazione a Gaza diviene, di giorno in giorno, drammaticamente più grave e intollerabile; e speriamo che alle pause annunciate corrispondano spazi di effettivo cessate il fuoco», dice, chiedendo con chiarezza uno stop reale alle ostilità. Niente frasi di circostanza, ma un appello che sa di urgenza.

Così, tra le mura del Quirinale, Mattarella ha scelto ancora una volta la via più semplice e più coraggiosa: dire la verità. Senza cedere alle pressioni di Mosca, senza farsi intimidire da liste di proscrizione che ricordano altri tempi, e con la schiena dritta di chi sa che il ruolo dell’Italia e dell’Europa non è quello di piegarsi, ma di resistere. Una lezione di fermezza istituzionale e, insieme, di lucidità politica.