All’apparenza la coalizione di governo sembra unita. Sembra. Perché in realtà, dietro l’unità di facciata, il governo è attraversato da una guerra silenziosa. Il rapporto tra Meloni e Salvini si è ormai logorando. Il Consiglio dei ministri è ogni volta teatro di uno scontro aperto sui principali temi dell’attualità. La politica estera è ormai segnata da visioni opposte, che portano a conclusioni inconciliabili. Lo stesso accade con la legge di bilancio, che in questi giorni continua a generare tensioni. Il tema delle banche è causa di litigi furibondi, così come le nomine.
La premier non nasconde più l’insofferenza verso un alleato che considera inaffidabile e fuori controllo. La frattura diventa ogni giorno più netta. La strada di Meloni è chiara: consolidare la credibilità dell’Italia in Europa, dialogando con Bruxelles e con i mercati. Quella di Salvini, invece, è completamente diversa: anti-UE, contro la BCE, accusando le banche di speculazione e invocando nuove spese in deficit.
Sul piano internazionale, le divergenze sono ancora più marcate: Meloni rafforza il legame con Washington e l’Ucraina, mentre Salvini guarda da sempre con simpatia a Mosca. Il leader leghista, però, conosce bene le regole della politica e sa che appiattirsi sulle posizioni della premier non gli gioverebbe, né politicamente né elettoralmente. Per questo gioca una partita tutta sua, cercando di tenere unita la Lega e di rilanciarla elettoralmente, soprattutto nel Nord, dove deve far fronte a diversi problemi interni, da Vannacci a Zaia, e ai tanti che chiedono un partito che guardi alle origini.
Il contrasto politico tra Meloni e Salvini si è ormai trasformato in un problema personale. A Palazzo Chigi raccontano che la premier sia stanca dei continui sabotaggi interni. “La Lega è diventata un fattore di instabilità”, confida una fonte vicina a Meloni. Da qui nasce l’ipotesi più clamorosa: una “Salvin-exit” studiata a freddo. Secondo Dagospia, Meloni avrebbe già cominciato a tastare il terreno con Carlo Calenda.
Il leader di Azione, da tempo in rotta con l’opposizione, si sarebbe detto disponibile a discutere di un suo nuovo ruolo politico, anche in chiave di un ingresso nella maggioranza, con una visione riformista ed europeista. Un asse Meloni-Calenda rafforzerebbe l’immagine della premier e la allontanerebbe definitivamente dalle posizioni estremiste del passato, liberandola dal peso del sovranismo leghista.
Il piano di Meloni, secondo alcune fonti della maggioranza, sarebbe quello di arrivare al 2026 con un’immagine rinnovata e affidabile agli occhi dei leader europei, pronta al voto anticipato: senza Salvini e con una nuova coalizione più credibile e solida. Dal quartier generale della Lega, però, filtrano segnali di guerra. Salvini non intende arretrare: prepara una campagna d’autunno per rilanciare il partito nel Nord e mostrare che la Lega resta decisiva. “Chi pensa di farci fuori si sbaglia di grosso”, avrebbe detto ai suoi. Viste le premesse, lo scontro è destinato a intensificarsi. E Salvini, che ha ormai capito il gioco di Meloni, si prepara a diventare un osso duro.







