L’ultima rilevazione YouTrend per Sky Tg24, aggiornata al 3 novembre, consegna un quadro chiaro ma allo stesso tempo contraddittorio: Fratelli d’Italia si rafforza e sale al 29,4% (+0,9 rispetto all’8 settembre), mentre Pd, Lega e la lista Verdi-Sinistra arretrano; tengono solo Forza Italia e il Movimento 5 Stelle, che registra un lieve recupero. È questo il termometro delle intenzioni di voto in caso di elezioni nazionali.
Contemporaneamente però la fiducia nel governo guidato da Giorgia Meloni è in calo netto: il 59% degli italiani esprime oggi un giudizio negativo sull’esecutivo, contro un 32% di opinioni positive. Questo scarto — governo debole nei giudizi ma partito di governo forte nei sondaggi — è il nodo da spiegare.
Perché cresce FdI mentre cala la fiducia nel Governo? Le ragioni sono molteplici. Sul piano strutturale, il centrodestra continua a dominare il territorio: nelle tornate regionali recenti (Marche, Calabria, Toscana) i presidenti uscenti sono stati in larga misura confermati e buona parte dell’elettorato premia il voto locale per la percezione di un positivo dato amministrativo. YouTrend vede quindi una chiara tendenza favorele per il centrodestra: il 29% degli intervistati ritiene che le ultime regionali abbiano rafforzato più il centrodestra rispetto al campo largo (15%); un dato che spiega come successi locali si traducano in vantaggio nei sondaggi nazionali.
A questo si sommano motivi politici e organizzativi. Fratelli d’Italia beneficia di un’identità coerente e di leadership molto visibile; l’opposizione, soprattutto il Partito Democratico, paga ancora la difficoltà a costruire un racconto alternativo efficace. Emerge chiaro anche il momento difficile per il partito democratico che al suo interno fa registrare una notevole tensione, e le anime più moderate e riformiste appaiono in difficoltà rispetto all’azione di guida della segretaria Schlein.
A sinistra del PD il consenso si frammenta mentre AVS arretra e il M5S rimane fermo da mesi. Non c’è quindi un recupero a sinistra, tale da poter trascinare l’intera coalizione, il cosiddetto Campo Largo.
Mentre lo stesso PD è inchiodato a un dato non soddisfacente, considerato che all’opposizione avrebbe dovuto guadagnare molto di più, viste anche la valutazione negativa che registra negli elettori l’attuale governo.
La Lega appare in flessione, pagando così le tensioni interne, il caso Vannacci, una forte delusione a nord rappresentata da Zaia. Così il partito di Salvini perde terreno a vantaggio sia di FdI, sia di Forza Italia che aumenta consensi fra i moderati recuperando terreno.
Non va poi sottovalutata la dimensione economica e sociale che non è certamente positiva e questo sembra essere un motivo di delusione per il governo Meloni. Pesano gli indicatori come gli stipendi troppo bassi, il costo del carrello della spesa sempre troppo caro, l’aumento delle fragilità economiche e l’insoddisfazione per alcune scelte previste nella Manovra economica. Altre scelte del governo alimentano la sfiducia verso l’esecutivo, pur non traducendosi automaticamente in un voto punitivo verso il partito guida della coalizione. In altre parole: la maggioranza degli elettori giudica negativamente l’azione del governo, senza per questo spostarsi immediatamente su forze d’opposizione percepite come meno credibili o troppo frammentate.
Quali sono le conseguenze pratiche? Nel breve termine il dato rafforza la posizione negoziale di Fratelli d’Italia all’interno della coalizione e mette il Pd nella necessità di riorganizzare la sua azione politica e rafforzare la leadership, se vuole invertire l’attuale tendenza negativa. A medio termine, la dinamica evidenzia che il consenso non è solo la somma di giudizi sull’operato del governo: è anche prodotto di un radicamento territoriale, della narrazione politica e della frammentazione dell’opposizione.
In buona sostanza: il sondaggio YouTrend fotografa una situazione dinamica e per molti versi paradossale. C’è una maggioranza di cittadini che esprime sfiducia verso il governo, ma nello stesso tempo il primo partito resta forte e convincente. Sarà fondamentale osservare come le prossime tornate regionali e l’azione dei partiti trasformeranno (o confermeranno) questa anomalia: il calendario elettorale di novembre e il confronto su temi concreti (economia, welfare, lavoro, sicurezza) saranno il terreno in cui si giocherà la possibile convergenza tra giudizi di governo e intenzioni di voto.







