Roma, Casteldaccia e Montemurlo: tre città simbolo, tre storie di dolore e di lotta, tre comizi per un solo messaggio: “Basta morti sul lavoro”. Cgil, Cisl e Uil hanno scelto di dedicare il Primo Maggio 2025 al tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, ponendo al centro dell’iniziativa la dignità della persona, il diritto alla vita e alla protezione durante l’attività lavorativa.
A Roma il corteo è partito da Piazza Vittorio e si è concluso ai Fori Imperiali con l’intervento del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. “Abbiamo scelto di mettere al centro la vita delle persone e dire basta alle morti sul lavoro. Lavoro sicuro vuol dire lavoro non precario, lavoro ben pagato”, ha dichiarato Landini, ribadendo la richiesta di interventi strutturali e norme più stringenti sulla sicurezza.
A Casteldaccia, dove il 6 maggio 2024 persero la vita cinque operai in un cantiere fognario, ha preso la parola la segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola: “Abbiamo voluto essere qui per ricordare che la sicurezza è un tema che ci unisce, sul quale non ci possono essere divisioni”. La presenza nel luogo della tragedia è stata un modo per trasformare il lutto in azione e proposta, con l’obiettivo di prevenire e proteggere.
A Montemurlo, in provincia di Prato, il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha ricordato Luana D’Orazio, morta a 22 anni nel 2021 stritolata da un macchinario: “Parliamo di vite umane, di sicurezza, di tutela della salute. Sono i temi che oggi portiamo nelle piazze”. Nel pomeriggio, a Luana è stata intitolata una strada, con la partecipazione della ministra del Lavoro Marina Calderone.
Nel pomeriggio il Primo Maggio è proseguito a Roma con il tradizionale Concertone in Piazza San Giovanni, tornato nella sua sede storica dopo i lavori che lo scorso anno avevano imposto il trasferimento al Circo Massimo. Sul palco, oltre cinquanta artisti hanno dato vita a una maratona musicale di oltre dieci ore, con interventi e riflessioni ancora una volta dedicate al tema della sicurezza sul lavoro, perché – come ricordano i sindacati – la musica può essere anche strumento di memoria, consapevolezza e mobilitazione.