Regionali Marche, le reazioni: trionfo per Acquaroli, prove di equilibrio nei partiti

Dalla soddisfazione del centrodestra al mea culpa di Elly Schlein, passando per l’autocritica centrista: il voto marchigiano accende il dibattito nazionale

Le elezioni regionali nelle Marche si sono chiuse con una netta riconferma per Francesco Acquaroli, che si avvia a governare per altri cinque anni. Ma la partita politica è appena iniziata. Le reazioni dei leader nazionali e locali fotografano non solo il risultato, ma anche le strategie e le fratture in campo, dal centrodestra compatto al campo progressista in cerca di un’identità.

Regionali Marche, il centrodestra festeggia: “Risultato atteso, ora spazio al centro”

“Siamo soddisfatti, è un risultato che prevedevamo”, ha commentato il capogruppo al Senato di Fratelli d’Italia Lucio Malan, ospite a SkyTg24. “Acquaroli ha fatto bene sul territorio, la tendenza è chiara”.

Nel quartier generale di Forza Italia, invece, il voto viene letto in chiave strategica. “Non esiste più il centrosinistra, esiste solo la sinistra”, ha dichiarato il ministro degli Esteri e leader di FI Antonio Tajani davanti a Palazzo Chigi. Il progetto? Occupare stabilmente lo spazio al centro: “Puntiamo agli ex democristiani, socialisti, centristi delusi: li invitiamo a scegliere ancora una volta Forza Italia”.

Un messaggio chiaro anche in vista delle prossime tornate elettorali: se FdI rafforza la sua leadership territoriale, FI prova a intercettare l’elettorato moderato orfano di riferimenti.

Il campo progressista incassa la sconfitta, Schlein: “Sapevamo che era dura”

Dall’altra parte, il centrosinistra incassa con amarezza la sconfitta. La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, in una nota, ringrazia Matteo Ricci e riconosce i limiti della sfida: “Sapevamo che non sarebbe stato facile nelle Marche, dove il centrodestra governava già da cinque anni. Ci abbiamo messo tanto impegno ma stavolta non è bastato”.

Un’ammissione lucida, accompagnata dalla promessa di costruire un’opposizione solida e strutturata in Consiglio regionale: “Il progetto di cambiamento che Ricci ha costruito sarà uno strumento prezioso per il lavoro che ci aspetta”.

Ma la leader dem guarda già avanti: “Ora ci aspettano altre cinque regioni al voto entro novembre. Continueremo il nostro impegno unitario al fianco dei nostri candidati”.

Ricchetti (Azione): “Le alleanze ‘contro’ non bastano”

Dal fronte centrista arriva invece una stilettata: “Le alleanze ‘contro tutto e tutti’ non convincono i cittadini”, ha affermato il capogruppo di Azione alla Camera, Matteo Richetti. “Per costruire un’alternativa al governo serve una proposta politica seria: infrastrutture, sviluppo, investimenti, posizionamento internazionale chiaro”.

Un commento che sembra voler archiviare le coalizioni ‘contro Meloni’ in assenza di una visione comune di governo, e che rilancia sul bisogno di una “terza via” solida, europeista e pragmatica.

Regionali Marche, per Ricci una sconfitta che fa rumore

La sconfitta di Ricci brucia perché arriva dopo una delle campagne più movimentate e visibili degli ultimi anni. Non sono bastati i “comizi d’amore”, il “treno per Gaza”, la mobilitazione sui social, la scommessa sulla partecipazione civica e sull’onda della protesta per la Palestina.

La realtà restituita dalle urne è netta: Acquaroli ha consolidato il suo consenso, la destra ha mantenuto la presa su una delle sue roccaforti, e il centrosinistra, nonostante l’unità, non è riuscito a scalfire un assetto politico consolidato.

Prossime sfide all’orizzonte

Il test marchigiano diventa un campanello d’allarme (o di conferma) per tutti. Per il centrodestra, l’indicazione è che la coesione paga, mentre le tensioni di governo restano sotto traccia. Invece, per il centrosinistra, il campo largo mostra ancora fragilità strutturali: funziona sulla carta, ma fatica a convincere l’elettorato. Per i centristi, è l’occasione di rilanciare un progetto che non sia solo “contro”, ma finalmente “per”.Intanto, lo sguardo corre alle cinque regioni al voto nei prossimi due mesi. Le Marche, per ora, restano in mano alla destra. Ma la vera battaglia politica è appena cominciata.