Separazione carriere, Meloni e Delmastro: “Avanti per una riforma storica”

La riforma della giustizia, che introduce la separazione delle carriere tra magistrati requirenti e giudicanti, giovedì ha ottenuto l’approvazione in terza lettura alla Camera dei deputati. Il provvedimento passa ora al Senato per il completamento dell’iter parlamentare.

Il deputato di Fratelli d’Italia e sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove ha definito il voto un “passo storico”, sottolineando come il principio della separazione delle carriere rappresenti una “battaglia di civiltà” per garantire il giusto processo.

Le motivazioni della riforma

“Accusa e difesa sullo stesso piano, davanti a un giudice realmente terzo e imparziale”, ha dichiarato Delmastro, rimarcando che la riforma intende assicurare maggiore equilibrio tra le parti processuali.

Secondo il sottosegretario, il doppio CSM garantirà e non limiterà l’autonomia dei magistrati, liberandoli dal peso delle correnti e da possibili sospetti di condizionamenti politici. Il sistema di sorteggio per la scelta dei componenti, ha aggiunto, restituirà “dignità e merito a un’intera categoria”.

L’intervento di Giorgia Meloni

Sulla riforma è intervenuta anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha rivendicato il lavoro svolto dal governo: “Con l’approvazione in terza lettura alla Camera dei Deputati, portiamo avanti il percorso della riforma della giustizia. Continueremo a lavorare per dare all’Italia e agli italiani un sistema giudiziario sempre più efficiente e trasparente. In attesa dell’ultimo ok da parte del Senato, avanti con determinazione per consegnare alla Nazione una riforma storica e attesa da anni”.

Una riforma “epocale”

Delmastro ha ribadito che la separazione delle carriere risponde agli impegni assunti da Fratelli d’Italia con gli elettori: “Siamo davanti a una riforma epocale, che ristabilisce credibilità nei confronti della giustizia italiana e difende il principio liberale di equilibrio tra le parti”.

Il prossimo passaggio al Senato sarà decisivo per la definitiva approvazione della riforma, considerata dal governo un pilastro della propria agenda di cambiamento.