Sul tema della sicurezza urbana si registra un confronto acceso tra il ministro dell’interno Matteo Piantedosi e l’Anci, l’associazione dei Comuni italiani.
L’incontro di mercoledì sera al Viminale si era chiuso con toni concilianti. Il ministro aveva parlato di un “clima di grande collaborazione istituzionale”. Ma il giorno seguente, una nota ufficiale dell’Anci ha mostrato una posizione più critica: “Le risorse previste per il 2025, pari a 24,5 milioni di euro, sono inadeguate”.
I sindaci rilanciano con una richiesta chiara: “Niente nozze con i fichi secchi”. Per l’Anci, servono più fondi, assunzioni nella polizia locale, interconnessione delle sale operative e un rafforzamento delle forze dell’ordine. E propongono un “nuovo patto nazionale per il diritto alla sicurezza dei cittadini e la vivibilità delle città italiane”.
Il Viminale difende l’azione del governo, elencando gli interventi messi in campo: reati in calo del 10% nel primo semestre del 2025, 30mila nuove assunzioni nelle forze dell’ordine dal 2022, semplificazioni amministrative e un prossimo decreto per l’accesso delle polizie locali al Ced interforze. Dal 2018, secondo il ministero, sarebbero 224 milioni i fondi già assegnati ai Comuni per la sicurezza.