Il Parlamento europeo ha respinto, per un solo voto di scarto, la richiesta ungherese di revocare l’immunità parlamentare a Ilaria Salis, eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs).
La plenaria di Strasburgo ha confermato oggi la decisione della commissione Affari giuridici (Juri), che si era già espressa contro la sospensione dell’immunità. Il risultato è arrivato al termine di un voto a scrutinio segreto: 306 voti a favore, 305 contrari e 17 astensioni.
Un solo voto di differenza e un’aula divisa
La votazione, tra le più tese di questa legislatura, ha visto forti divisioni interne al Partito Popolare Europeo (PPE), dove diversi eurodeputati avrebbero scelto di discostarsi dalla linea ufficiale del gruppo, che chiedeva di sostenere la richiesta ungherese.
L’esito è stato accolto con applausi, abbracci e un mazzo di fiori consegnato all’eurodeputata italiana dai colleghi di Avs. “È un voto che difende la democrazia e lo Stato di diritto in Europa”, ha commentato un esponente della sinistra verde subito dopo la decisione.
Il caso giudiziario in Ungheria
Ilaria Salis è accusata dalle autorità ungheresi di aver partecipato ad atti violenti contro manifestanti neonazisti a Budapest nel 2023, quando era attivista antifascista. Il caso aveva già suscitato clamore per le condizioni di detenzione a cui era stata sottoposta prima della sua elezione al Parlamento europeo.
La conferma dell’immunità parlamentare ne sospende il procedimento penale in Ungheria, ma non lo estingue. Resta infatti aperto il nodo politico e diplomatico nei rapporti tra Bruxelles e Budapest, con il governo di Viktor Orbán che aveva fatto pressione per ottenere la revoca.
Tensione in aula e richiesta di ripetizione del voto
Dopo l’annuncio del risultato, un eurodeputato ungherese ha chiesto di ripetere il voto per presunti motivi tecnici, ma la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha respinto la richiesta confermando l’esito ufficiale.
La giornata di Strasburgo si chiude così con un verdetto dal forte valore politico: Ilaria Salis conserva la sua immunità parlamentare, e il Parlamento europeo invia un segnale chiaro di indipendenza in uno dei casi più controversi della legislatura.