Verso il referendum: ecco le posizioni dei partiti

Ecco una panoramica aggiornata sulle posizioni dei principali partiti politici italiani riguardo ai cinque referendum abrogativi dell’8 e 9 giugno 2025, nonché sulle polemiche suscitate dalle dichiarazioni di alcune alte cariche istituzionali. 

Posizione dei partiti sui 5 referendum 

Partiti di maggioranza: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia

  • Posizione ufficiale: Invito all’astensione su tutti i quesiti.
  • Motivazione: Evitare il raggiungimento del quorum per far fallire i referendum.
  • Dichiarazioni significative:
    • Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha dichiarato pubblicamente l’intenzione di fare propaganda affinché “la gente resti a casa”, suscitando critiche per l’invito all’astensione da parte di una figura istituzionale di alto livello.
    • Il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha affermato che trascorrerà i giorni del referendum al mare con la famiglia, sottolineando la scelta di non partecipare al voto.
    • Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha dato indicazione per il non voto, allineandosi alla strategia dell’astensione.  

Noi Moderati

  • Posizione: Contraria all’astensione.
  • Indicazione di voto: Ritirare tutte le schede e votare cinque “No”. 

Partito Democratico (PD)

  • Posizione ufficiale: Sì a tutti e cinque i quesiti.
  • Dinamiche interne: Divisioni tra la segretaria Elly Schlein, favorevole al Sì su tutti i quesiti, e l’ala riformista del partito, che sostiene il Sì solo per i quesiti su cittadinanza e responsabilità negli appalti, suggerendo l’astensione sugli altri tre.  

Movimento 5 Stelle (M5S)

  • Posizione: Sì ai quattro quesiti sul lavoro; libertà di voto sul quesito relativo alla cittadinanza. 
  • Dichiarazioni del leader: Giuseppe Conte ha espresso perplessità sulla riduzione dei tempi per ottenere la cittadinanza, affermando che l’Italia “non è ancora pronta”.  

Alleanza Verdi e Sinistra (AVS)

  • Posizione: Sì a tutti e cinque i quesiti.

+Europa

  • Posizione: Sì ai quesiti su cittadinanza e responsabilità negli appalti; No ai quesiti sul Jobs Act. 
  • Azioni simboliche: Il segretario Riccardo Magi si è presentato in aula travestito da fantasma per protestare contro la scarsa visibilità data ai referendum.  

Italia Viva e Azione

  • Posizione: Contrari ai quesiti che mirano a modificare il Jobs Act, considerato una riforma fondamentale delle loro politiche. 
  • Indicazione di voto: No ai quesiti su contratti a termine e licenziamenti; posizione non specificata sugli altri quesiti.  

Le polemiche sull’invito a non votare 

Le dichiarazioni di Ignazio La Russa, presidente del Senato, e di alcuni ministri del governo Meloni, che hanno invitato all’astensione, hanno sollevato critiche da parte delle opposizioni e di vari osservatori. La Russa ha affermato che farà propaganda affinché “la gente resti a casa”, una presa di posizione inusuale per una figura istituzionale di alto livello. 

Anche i ministri Matteo Salvini e Antonio Tajani hanno espresso pubblicamente l’intenzione di non partecipare al voto, con Salvini che ha dichiarato di voler trascorrere i giorni del referendum al mare con la famiglia. 

Queste dichiarazioni sono state interpretate da alcuni come un tentativo di influenzare negativamente la partecipazione al voto, suscitando un dibattito sull’opportunità di tali interventi da parte di alte cariche dello Stato.

Votare è sempre importante 

I referendum abrogativi rappresentano uno strumento fondamentale della democrazia diretta, permettendo ai cittadini di esprimersi su questioni legislative specifiche. Affinché un referendum sia valido, è necessario il raggiungimento del quorum, ovvero la partecipazione del 50% più uno degli aventi diritto al voto. L’invito all’astensione da parte di alcune forze politiche mira a impedire il raggiungimento di questo quorum, limitando così la possibilità per i cittadini di influenzare direttamente le leggi in vigore.

Partecipare al voto è un diritto e un dovere civico, essenziale per il funzionamento della democrazia e per garantire che le decisioni legislative riflettano la volontà popolare.