Chi sono davvero gli adolescenti di oggi? Quanto leggono, quanto si muovono, come vivono la cultura e quanto ricorrono alla tecnologia per orientarsi nelle proprie emozioni?
La XVI edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia, intitolata “Senza filtri” e diffusa da Save the Children in occasione della Giornata mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, traccia un profilo articolato dei giovani tra gli 11 e i 19 anni. I dati relativi al Lazio restituiscono l’immagine di una generazione contraddittoria e in rapido cambiamento, più attiva culturalmente della media nazionale ma anche molto esposta alle trasformazioni dell’era digitale.
Nel Lazio gli adolescenti rappresentano solo il 6,9% della popolazione, una quota che conferma il progressivo invecchiamento demografico del Paese. Nonostante ciò, i giovani della regione mostrano una notevole vitalità culturale.
- Il 53,2% legge libri non scolastici, in linea con la media italiana (53,8%).
- Il 54,4% visita mostre e musei, superando di oltre quattro punti il dato nazionale del 50,1%.
- Ancora più marcato il divario sulla fruizione dei siti archeologici, visitati dal 54,9% dei ragazzi laziali, contro appena il 40,2% degli adolescenti italiani.
Il Lazio, con la sua ricchezza di poli culturali e archeologici, sembra quindi offrire alle giovani maggiori opportunità di incontro diretto con l’arte e il patrimonio storico, opportunità che essi colgono con interesse.
Anche nel campo dello spettacolo dal vivo gli adolescenti del Lazio si mostrano più partecipi del resto d’Italia: 39,9% è andato a teatro nell’ultimo anno, contro il 33,2% nazionale. Il 33,6% ha assistito a un concerto, sostanzialmente in linea ma leggermente sopra la media italiana (33,3%).
Sono numeri che confermano una buona apertura verso forme di cultura diverse da quelle più tradizionali e un desiderio di esperienze collettive e relazionali.
Sul fronte del benessere, emerge un dato importante: solo il 12,7% degli adolescenti laziali non pratica alcuna attività fisica, un valore nettamente inferiore al 18,1% registrato in Italia. Questo indica una maggiore attenzione alla salute o una migliore accessibilità a impianti e attività sportive.
La parte più sorprendente e delicata del rapporto riguarda il rapporto tra giovani e Intelligenza Artificiale: il 41,8% degli adolescenti ha chiesto aiuto all’IA quando era triste, solo o ansioso. Oltre il 42% ha utilizzato strumenti di IA per decidere in merito a scelte importanti.
Il dato colpisce non solo per l’elevata percentuale, ma anche perché evidenzia come l’IA stia assumendo un ruolo sempre più centrale nella dimensione emotiva e decisionale degli under 19.
È significativo anche che oltre il 92% degli adolescenti tra i 15-19 anni utilizzi strumenti di IA, mentre tra gli adulti la percentuale si dimezza (46,7%).
Ciò conferma l’esistenza di un vero e proprio divario generazionale, con gli adolescenti che si muovono con naturalezza sulle piattaforme digitali che gli adulti non sempre comprendono o governano.
L’ultimo aspetto mette in luce una criticità: sebbene i giovani partecipino più della media alla vita culturale, ciò non sempre si traduce in un percorso scolastico solido o in competenze adeguate. Le famiglie con adolescenti che hanno un solo figlio sono il 25,9%, mentre la media nazionale del 27,5%. Il tasso di dispersione implicita si attesta al 10,4%, leggermente al di sopra della media nazionale.
Da questi dati forniti emerge complessivamente una generazione vivace, curiosa e aperta al mondo, ma anche profondamente immersa nell’incertezza e nelle trasformazioni dell’era digitale. Gli adolescenti del Lazio sembrano sfruttare più degli altri la ricchezza culturale del territorio e mantengono livelli di attività fisica incoraggianti. Tuttavia, il ricorso massiccio all’Intelligenza Artificiale come strumento di supporto emotivo indica un bisogno crescente di ascolto.







