Conclave, regole, riti e lacrime: come si elegge il nuovo Papa

San Pietro il giorno della morte del Papa

Niente è lasciato al caso nei riti della Chiesa. Dalla morte di un Pontefice fino all’annuncio del successore, ogni passaggio è regolato da norme precise e cariche di significato liturgico, simbolico e umano. Anche il momento in cui il nuovo Papa scoppia in lacrime, sopraffatto dal peso della responsabilità, è previsto e custodito in un luogo segreto: la “stanza delle lacrime”.

Le regole: come si elegge il Papa

A stabilire le modalità dell’elezione è la Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, emanata da Giovanni Paolo II nel 1996 e modificata da Benedetto XVI nel 2013. A votare sono esclusivamente i cardinali che non hanno ancora compiuto 80 anni.

Nei giorni precedenti, i porporati si riuniscono nelle Congregazioni generali, momenti di confronto e discernimento sui problemi principali della Chiesa. Durante tutto il periodo, alloggiano presso Casa Santa Marta, la residenza voluta da Giovanni Paolo II, collegata alla Cappella Sistina da un tragitto di oltre un chilometro, percorso con navette dedicate.

La stanza delle lacrime: umanità e silenzio dopo l’elezione

Quando il nuovo Papa accetta l’elezione, prima della vestizione, viene accompagnato in una piccola sacrestia sulla sinistra dell’altare della Cappella Sistina: è la Camera lachrimatoria, chiamata anche stanza delle lacrime. Qui gli è concesso un momento di intimità, dove può piangere, sfogarsi e ritrovare la calma necessaria per mostrarsi al mondo.

Un gesto umano, previsto nei riti, che testimonia il peso di ciò che sta per accadere: il successore di Pietro si prepara a salire sulla Loggia delle Benedizioni.

La Loggia è pronta: il tempo dell’Habemus Papam

Terminata la vestizione, il Pontefice indossa i paramenti papali bianchi e rossi e si presenta dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro. Fu lì che Papa Francesco esordì con il celebre “Fratelli e sorelle, buonasera!”, chiedendo ai fedeli di pregare per lui in silenzio.

Ed è da quella stessa Loggia che, il 20 aprile scorso, Papa Bergoglio si è affacciato per l’ultima volta, con voce affaticata, per l’Urbi et Orbi di Pasqua. Oggi, la Loggia è di nuovo pronta, i drappi rossi sono stati collocati sulle grandi vetrate. La Chiesa attende. E il mondo con lei.