Mentre i cardinali si riuniscono nella Cappella Sistina per scegliere il nuovo Pontefice, in alcune scuole e università statunitensi si tengono conclavi alternativi, simulazioni pensate per spiegare – in modo didattico – la tradizione cattolica e le sue ritualità a chi vive lontano dalla cultura del Vaticano. È un altro volto del Conclave: quello che, tra educazione e curiosità storica, si gioca in classe anziché sotto gli affreschi del Giudizio Universale.
Un Conclave rinascimentale a Chicago
All’Università di Chicago, un corso sul Rinascimento italiano ha proposto agli studenti una simulazione del Conclave del 1492, uno dei più discussi della storia, segnato da lotte di potere e accuse di corruzione e simonia. In quell’anno fu eletto Rodrigo Borgia, poi Papa Alessandro VI.
Gli studenti hanno impersonato i cardinali dell’epoca, mettendo in scena dinamiche complesse, alleanze, promesse e sospetti – tutto basato su documenti storici. La docente che guida il corso organizza questa simulazione da 15 anni, ma questa è la prima volta in cui il gioco si svolge mentre è in corso un vero Conclave in Vaticano.
Una coincidenza che ha reso il tutto più coinvolgente: “Le votazioni nel nostro conclave erano fissate proprio nel giorno in cui è morto Papa Francesco. Ma noi il Papa lo abbiamo già eletto”, ha spiegato con ironia la professoressa.
Il Conclave dei bambini e delle bambine
Anche i più piccoli hanno vissuto l’evento papale a modo loro. In una scuola elementare cattolica, le insegnanti hanno messo in scena un conclave a misura di bambino per spiegare agli alunni come si elegge un Papa.
Qui però, a differenza del conclave reale, partecipano anche le bambine. I piccoli hanno imparato riti e simboli: il fumo bianco, la parola “Habemus Papam”, la scelta del nome. Un modo per rendere concreta una realtà lontana e complessa, trasformandola in gioco educativo.
Un’elezione che parla a tutto il mondo
Queste esperienze dimostrano come il Conclave non sia solo una questione per teologi e vaticanisti, ma anche un racconto globale, capace di affascinare anche chi è culturalmente lontano dalla Chiesa cattolica. E se a Roma il futuro della Chiesa si decide tra cardinali in silenzio, nei corridoi di Chicago si elegge un Papa che insegna – più che governa – la bellezza della storia e della comprensione.