Le autorità ucraine annunciano la vasta operazione anticorruzione che ha portato alla scoperta di una rete criminale di alto livello attiva nei settori dell’energia e della difesa. L’inchiesta, denominata operazione “Midas”, è stata condotta dopo 15 mesi di indagini dall’Agenzia nazionale anticorruzione (NABU) in collaborazione con la Procura speciale anticorruzione (SAP).
Secondo quanto riferito dalla NABU, l’indagine ha permesso di ottenere “migliaia di ore di registrazioni audio” e di portare a termine 70 perquisizioni, che hanno fatto emergere un sistema di estorsione ai danni dei subappaltatori dell’azienda nucleare pubblica Energoatom.
Le autorità stimano che circa 100 milioni di dollari siano stati riciclati attraverso società di copertura e conti esteri.
Corruzione in Ucraina, le reazioni del governo e di Energoatom
La società Energoatom ha confermato di essere stata oggetto di perquisizione, assicurando la “massima collaborazione” con gli inquirenti ma senza commentare le accuse. Il ministro dell’Energia Svitlana Grintchouk ha dichiarato che “il settore energetico pubblico si sottoporrà a tutte le verifiche necessarie” e ha insistito sulla necessità di “indagini trasparenti”. “Allo stesso tempo – aggiunge – il nostro sistema energetico è sotto continui attacchi russi, e ogni evento che riguarda Energoatom richiede la nostra massima attenzione”. In un comunicato, la NABU ha anche diffuso foto di sacchi di banconote in euro e dollari, ma senza fornire dettagli sui destinatari dei fondi o sulle persone coinvolte.
Un’indagine che tocca i vertici
I media ucraini hanno riferito che la NABU ha perquisito le abitazioni dell’ex ministro dell’Energia e attuale ministro della Giustizia Guerman Galushchenko. E di Timur Mindich, imprenditore vicino al presidente Volodymyr Zelensky. A fine ottobre era già finito sotto accusa Volodymyr Koudrytsky, ex direttore della società pubblica Ukrenergo, sospettato di appropriazione indebita di fondi pubblici.
Le implicazioni politiche
L’operazione arriva in un momento di tensione tra le agenzie anticorruzione e il governo, dopo che una legge approvata a luglio aveva previsto di porre la NABU e la SAP sotto la supervisione del procuratore generale, nominato direttamente dal presidente. Di fronte alle critiche della società civile e dell’Unione Europea, l’esecutivo ha poi promesso una revisione della norma. “Questa guerra non si combatte solo al fronte”, commenta l’attivista Martyna Bogouslavets. “È anche una guerra dentro il sistema, tra chi vuole cambiare e chi vuole coprire tutto con denaro e silenzio”. Il presidente Zelensky, per ora, non ha commentato. Il suo portavoce Dmytro Lytvyne ha affermato che “al momento non c’è nulla di chiaro, ma se la NABU ha fatto un buon lavoro, non può che essere sostenuta”.
La corruzione in Ucraina come sfida per l’Europa
La corruzione sistemica resta una delle sfide più gravi per l’Ucraina, insieme al conflitto con la Russia. Bruxelles considera le riforme in materia di trasparenza e giustizia un passaggio cruciale per il percorso di adesione all’Unione Europea, su cui Kiev punta per consolidare la propria indipendenza politica ed economica.







