Dal 1° gennaio 2026 cambia il modo in cui commercianti, artigiani e professionisti gestiscono i pagamenti elettronici. La Legge di Bilancio 2025 introduce l’obbligo di collegare direttamente il POS al registratore di cassa telematico, trasformando per sempre la gestione delle transazioni.
Fino a oggi POS e registratore di cassa funzionavano in modo indipendente. Da inizio 2026, invece, ogni pagamento con carta o bancomat dovrà essere registrato automaticamente dal sistema e trasmesso in forma aggregata all’Agenzia delle Entrate. Questo collegamento sarà possibile attraverso il portale “Fatture e Corrispettivi”, dove esercenti e professionisti avranno 45 giorni di tempo per registrare i dispositivi e completare l’adeguamento.
Non serviranno complicate installazioni o cavi nuovi: basterà che POS e registratore di cassa supportino il nuovo standard. I produttori stanno già aggiornando i software per garantire la comunicazione diretta con il sistema dell’Agenzia delle Entrate.
L’obbligo riguarda tutte le attività che accettano pagamenti elettronici e rilasciano scontrini fiscali. Restano esclusi coloro che emettono solo fatture elettroniche o sono esonerati dalla certificazione dei corrispettivi.
Chi non si adegua rischia multe da 1.000 a 4.000 euro, più una sanzione giornaliera di 100 euro per ogni errore o mancata trasmissione, fino a un massimo di 1.000 euro a trimestre. Nei casi più gravi può scattare anche il blocco temporaneo dell’attività commerciale.
Oltre all’obbligo, questa novità porta con sé un’opportunità di modernizzazione: la digitalizzazione dei flussi di pagamento facilita la gestione contabile, riduce gli errori e rende più trasparenti le transazioni. Adeguarsi significa dunque evolvere verso un’attività commerciale più efficiente e in regola con le norme fiscali.
Da gennaio 2026, quindi, POS e registratore di cassa parleranno la stessa lingua, per una lotta più efficace all’evasione e una gestione semplificata per gli esercenti.
Nel commercio al dettaglio in Italia, i dati aggiornati del 2025 mostrano una situazione critica riguardo all’evasione fiscale. Le percentuali più elevate di possibile evasione si riscontrano in settori specifici:
- Il 70% dei panettieri dichiara redditi inferiori a quelli reali o non veritieri.
- Seguono i negozi di merceria (68%), quelli di giocattoli (67%) e l’abbigliamento (65%), con quote simili di dichiarazioni sospette.
- Nei pubblici esercizi, bar e gelaterie risultano le categorie più a rischio, con il 56% dei casi sotto i parametri di affidabilità fiscale.
- Ancora più critica è la situazione per discoteche, locali notturni e scuole di danza, dove il 77% delle attività presenta indicazioni di evasione.







