L’introduzione di dazi del 25% sulle importazioni dal Giappone da parte dell’amministrazione Trump potrebbe ridurre il Pil giapponese dello 0,8% nel 2025 e dell’1,9% entro il 2029. Lo afferma il Daiwa Institute, in un’analisi che sottolinea i possibili effetti a lungo termine delle nuove tariffe “reciproche” annunciate dagli Stati Uniti.
Se alle misure tariffarie si sommano altri dazi già applicati, come quello del 27,5% sulle auto, il calo stimato del prodotto interno lordo giapponese potrebbe toccare l’1,3% già nel 2025 e arrivare al 3,7% entro il 2029. Una prospettiva che preoccupa Tokyo, anche alla luce delle già fragili condizioni economiche post-pandemiche.
Secondo l’economista Koki Akimoto, i dazi avranno “un ampio impatto sull’economia giapponese, che spazierà dalla riduzione dei livelli di produzione destinati all’export fino alla diminuzione degli investimenti di capitale”. Il timore è che la strategia commerciale americana possa colpire settori chiave come l’automotive e l’elettronica, compromettendo la competitività del Giappone sui mercati internazionali.
L’analisi del Daiwa Institute evidenzia la necessità di una risposta diplomatica e commerciale per limitare i danni a medio e lungo termine e rafforzare gli accordi multilaterali in un contesto internazionale sempre più instabile.