Entro il 2030 la Polonia disporrà di una potenza corazzata superiore a quella complessiva di Germania, Italia, Regno Unito e Francia. La conferma arriva dall’ultimo maxi-accordo firmato da Varsavia con la Corea del Sud per l’acquisto di ulteriori 180 carri armati K2, per un valore di oltre 6 miliardi di euro. Grazie a questa commessa, la Polonia raggiungerà quota 1.100 mezzi, superando il totale dei quattro principali Stati europei della Nato, fermi complessivamente a 950.
L’intesa rappresenta l’ultima tappa di una strategia di rafforzamento militare accelerata dal conflitto in Ucraina e dalle tensioni con la Bielorussia. Attualmente, la Polonia destina il 4,7% del proprio Pil alla difesa, la percentuale più alta tra tutti i Paesi dell’Alleanza Atlantica. Il vicepremier e ministro della Difesa, Władysław Kosiniak-Kamysz, ha esaltato l’accordo sottolineando che “avvia il processo di ripristino della produzione di carri armati nel nostro Paese” e che si tratta di “un grande accordo per la sicurezza della nostra patria e per l’industria degli armamenti”.
Nel dettaglio, l’accordo prevede anche la produzione locale di 61 mezzi, rafforzando l’autonomia industriale del settore difesa polacco. Nel quadro Nato, solo Turchia e Grecia potranno vantare più carri armati di Varsavia: Ankara dispone attualmente di 2.238 mezzi, Atene di 1.344.
La Polonia, da tempo tra i Paesi più attivi sul fronte orientale della Nato, consolida così la sua posizione come principale potenza terrestre militare nell’Europa centro-orientale, confermando una tendenza a rafforzare i dispositivi difensivi in risposta alle crescenti minacce nell’area.