Il Sud può cambiare l’Italia e salvare se stesso. Ma senza una vera classe dirigente resterà un’occasione mancata. Il tema fondamentale è questa: “E se il Sud Italia diventasse una delle aree più ricche d’Europa?” La domanda non è provocazione, ma analisi. A porla è Alberto Bertini, consulente per i mercati esteri, che con uno scenario che porta al 2050 immagina un Mezzogiorno finalmente protagonista: hub energetico e logistico del Mediterraneo, ponte naturale fra Europa e Africa, baricentro di una nuova economia italiana.
I numeri sono impressionanti. Entro il 2050 il Sud potrebbe produrre 150 TWh di energia rinnovabile, superando il Centro-Nord. I porti, a partire da grande porto di Gioia Tauro, potrebbero movimentare 11 milioni di container, con due giorni di vantaggio sulle rotte da Suez rispetto a Rotterdam. I cluster industriali potrebbero aggiungere 40–60 miliardi di export.
Nel complesso, si parla di circo 80 miliardi di valore aggiunto annuo e fino a 2 milioni di nuovi posti di lavoro qualificati. PIL pro capite da 20 mila a 30 mila euro: ai livelli dei più avanzati paesi europei.
Me c’è un punto decisivo: chi governerà questo processo?
La storia del Mezzogiorno insegna che le occasioni sono state tante, le risorse finanziarie ingenti, le opportunità veramente tante ma è mancato il governo locale, la classe dirigente, le strategie. Dal polo industriale di Crotone al sogno incompiuto di Gioia Tauro, fino agli interventi straordinari miliardari dissolti nel nulla: la politica per il Sud ha spesso scelto la facile strada dell’assistenzialismo, non quella dello sviluppo. Ha pensato a sopravvivere, non a crescere.Hai immaginato sempre una caccia al consenso clientelare, preferendo il piccolo intervento senza guardare mai lontano.
Il Sud può davvero diventare una piattaforma unica nel suo genere: verde e industriale nello stesso tempo, ma rivolta al Mediterraneo, perché è qui che tornerà a girare il mondo, l’economia, i commerci. Sarà il Mediterraneo il protagonista del futuro. Ma torna il tema fondamentale: senza una classe dirigente competente, onesta e lungimirante, resterà tutto e solo sulla carta.
La Calabria in particolare, con la sua posizione strategica e il suo grande porto di Gioia, che già oggi batte Genova e Trieste, potrebbe essere il cuore di questo rilancio. Ma servono guide nuove: preparate, autorevoli, non corrotte. Perché non è più tempo di giocare per pareggiare. È tempo di giocare per vincere.
Il Sud ha tutto: ambiente, natura, risorse, talenti (ma prima che scappino tutti via). L’unica cosa che ancora gli manca è una classe dirigente all’altezza. E finché non la avrà, resterà l’eterna promessa tradita d’Italia.