Eurovision, verso nuove regole sul voto dopo il caso Israele: l’UER valuta modifiche

Dopo le accese polemiche scoppiate durante l’edizione 2024 dell’Eurovision Song Contest per la partecipazione di Israele, l’Unione Europea di Radiodiffusione (UER) ha annunciato di voler rivedere le modalità di voto. L’obiettivo è introdurre nuove regole che evitino squilibri o manipolazioni nei risultati finali e, soprattutto, che rafforzino la trasparenza del concorso.

Eurovision, una revisione indipendente del sistema di voto

L’UER, in una nota ufficiale, ha dichiarato che verrà lanciata «una revisione indipendente e approfondita» del sistema di voto, per valutare se siano necessarie modifiche ai meccanismi che assegnano i punteggi tra giurie e televoto. Questo annuncio arriva in un momento di grande tensione, dopo che il concorso di Malmö ha registrato proteste diffuse per la presenza in gara della cantante israeliana Eden Golan, che ha ottenuto un piazzamento elevato nel televoto nonostante un punteggio più basso da parte delle giurie nazionali.

Obiettivo: salvaguardare integrità e imparzialità

Secondo quanto anticipato da Martin Österdahl, supervisore esecutivo di Eurovision, la priorità dell’UER è «mantenere l’integrità e l’imparzialità del concorso», proteggendolo da campagne esterne che possano influenzarne l’esito. Si valuta quindi un possibile cambiamento nell’equilibrio tra televoto e voto delle giurie, un maggiore monitoraggio dei flussi online e l’adozione di strumenti tecnologici avanzati per prevenire anomalie nei sistemi di voto.

Le modifiche possibili: tempi e consultazioni

Le modifiche potrebbero entrare in vigore già dall’edizione 2026, dopo una consultazione con gli emittenti pubblici partecipanti e con l’ausilio di esperti indipendenti in sicurezza digitale, statistica e regolamentazione mediatica.

Eurovision, un concorso da preservare dalle tensioni geopolitiche

Il caso Israele, che ha sollevato un acceso dibattito tra sostenitori del boicottaggio per la guerra a Gaza e difensori della natura apolitica del concorso, ha costretto l’UER a riflettere su come garantire che l’Eurovision resti un evento musicale e culturale «libero da interferenze geopolitiche».

Apertura al dialogo con i Paesi membri

In conclusione, mentre si apre la fase di analisi interna e consultazione esterna, l’UER si dice pronta a raccogliere i suggerimenti dei Paesi membri e del pubblico, sottolineando che la priorità è «rafforzare la fiducia nell’equità del concorso».