Powell avverte: “Rischi crescenti sul mercato del lavoro”. La banca centrale americana si spacca. Due membri votano contro, borse in calo
La Federal Reserve taglia ancora i tassi di interesse, ma frena l’euforia dei mercati. Il costo del denaro scende di un quarto di punto, portandosi in una forchetta tra il 3,75% e il 4%, ma il presidente Jerome Powell avverte: “Un nuovo taglio a dicembre è tutt’altro che scontato”.
Una mossa che rivela le spaccature interne alla banca centrale americana e che, dopo un iniziale entusiasmo, ha provocato il repentino dietrofront di Wall Street, scivolata in negativo nonostante il traino dei titoli tecnologici, come Nvidia.
Una Fed divisa tra prudenza e urgenza
La decisione, la seconda riduzione consecutiva dei tassi, arriva in un momento di incertezza crescente per l’economia americana.
Due membri del board hanno votato contro: uno chiedeva un taglio più deciso, di mezzo punto, l’altro voleva invece mantenere lo status quo, segnalando il clima di divisione ai vertici della Fed.
Al centro delle preoccupazioni, il mercato del lavoro, che mostra segnali di rallentamento. “Guardiamo con molta attenzione agli annunci di licenziamenti”, ha sottolineato Powell, riconoscendo che i “rischi sul lavoro sono aumentati”. La Fed teme che il rallentamento occupazionale possa amplificarsi, ma allo stesso tempo non vuole allentare troppo la politica monetaria, rischiando di riaccendere l’inflazione.
Lo spettro dello shutdown e l’incertezza dei dati
A complicare il quadro c’è lo shutdown del governo federale, che ha bloccato la pubblicazione di gran parte dei dati economici ufficiali.
“Questo ci lascia al buio”, ha ammesso Powell, spiegando che la Fed è costretta ad affidarsi a rilevazioni private e stime parziali per monitorare lo stato dell’economia.
La mancanza di dati ufficiali – dai salari all’inflazione, fino alla produttività – rende più difficile calibrare le mosse di politica monetaria e potrebbe influenzare anche la riunione di dicembre, quando la Fed dovrà decidere se proseguire nel ciclo di tagli.
Fed, stop al “quantitative tightening”
Per sostenere il mercato del lavoro, la Fed ha annunciato inoltre che dal 1° dicembre interromperà la riduzione del proprio bilancio, ponendo fine – almeno temporaneamente – al quantitative tightening avviato nel 2022. Una decisione che segna una svolta rispetto alla linea restrittiva degli ultimi anni, quando la banca centrale aveva iniziato a smaltire i miliardi di dollari di titoli acquistati durante la pandemia per sostenere l’economia.
Powell: “Cautela e realismo”
“L’incertezza sull’inflazione è il motivo per cui la Fed resta prudente”, ha spiegato Powell, riconoscendo che il mercato del lavoro si sta raffreddando ma che l’economia, nel complesso, rimane in crescita.
La stima per il 2025 resta positiva, con un Pil atteso a +1,6%, segno che la recessione temuta da molti analisti potrebbe essere evitata. “Penso che la Fed abbia fatto finora la cosa giusta”, ha detto Powell, ribadendo la necessità di “bilanciare i due obiettivi fondamentali: la stabilità dei prezzi e la piena occupazione”.
Lo scetticismo di Wall Street
Ma i mercati non hanno accolto le parole di Powell con entusiasmo. Dopo un avvio positivo, i principali indici americani hanno invertito la rotta: il Dow Jones ha perso oltre lo 0,5%, il Nasdaq lo 0,8%. Gli investitori, che speravano in un segnale più deciso di allentamento monetario, hanno interpretato la prudenza di Powell come un freno alla corsa dei tagli. Per ora, la Fed tira il fiato. Ma la partita tra inflazione, occupazione e fiducia dei mercati resta tutta aperta.







