Manovra, nasce il Fondo per la programmazione della ricerca: oltre 400 milioni per il 2026

Stabilità pluriennale e bandi annuali per la ricerca pubblica: oltre 1,5 miliardi in tre anni

Nella prossima legge di Bilancio arriva una delle misure più attese dal mondo accademico e scientifico: la nascita del Fondo per la programmazione della ricerca, uno strumento unico che punta a garantire stabilità, trasparenza e continuità nei finanziamenti destinati alla ricerca pubblica italiana.

Il nuovo Fondo partirà con uno stanziamento di oltre 400 milioni di euro per il 2026, e sarà alimentato da risorse aggiuntive negli anni successivi: 259 milioni per il 2026, 257,6 per il 2027 e 285,7 per il 2028, per un totale di oltre 1,5 miliardi in tre anni.

Una struttura unica per semplificare e coordinare

Il Fondo nasce dall’unificazione di cinque strumenti di finanziamento già esistenti nel sistema della ricerca: il Fondo Integrativo Speciale per la Ricerca (Fisr); il Fondo per la Ricerca in Campo Economico e Sociale (Fres); il Fondo Italiano per la Scienza (Fis); il Fondo Italiano per le Scienze Applicate (Fisa) e il Fondo per gli Investimenti nella Ricerca Scientifica e Tecnologica (First).

L’obiettivo è superare la frammentazione delle risorse, ottimizzando i tempi e i processi di assegnazione dei fondi, e garantendo una programmazione stabile e pluriennale nella pubblicazione dei bandi.

Bandi regolari e più risorse per i PRIN

Una delle principali novità riguarda i Progetti di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN), che fino a oggi avevano una cadenza irregolare.
Con la riforma, i PRIN diventano bandi annuali, con una dotazione minima garantita di 150 milioni di euro all’anno, che potrà essere ulteriormente integrata da risorse aggiuntive. Questa scelta mira a rendere prevedibili i cicli di finanziamento per ricercatori e università, facilitando la pianificazione di progetti a lungo termine e la partecipazione coordinata tra atenei e centri di ricerca.

Oltre 1,5 miliardi per la ricerca pubblica

Complessivamente, tra il nuovo Fondo e gli investimenti già previsti, lo stanziamento totale per la ricerca pubblica supererà 1,5 miliardi nel triennio 2026–2028. A questa cifra si aggiungono i 300 milioni già previsti nella legge di Bilancio 2024 per il sostegno ai centri nazionali e ai partenariati estesi, oltre ai finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) dedicati alle tecnologie sanitarie e ai percorsi innovativi in campo assistenziale.

MUR: “Stabilità e tempi certi per i ricercatori”

In una nota, il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) ha sottolineato che il nuovo Fondo permetterà di definire un cronoprogramma triennale di finanziamento, aggiornato ogni anno, “così da assicurare ai ricercatori tempi certi e prevedibili per la pubblicazione dei bandi”.

Una riforma strutturale, dunque, che punta a rendere la ricerca italiana più competitiva e attrattiva anche sul piano internazionale, rafforzando la programmazione, riducendo la burocrazia e consolidando la continuità dei fondi pubblici destinati all’innovazione scientifica.