Nel nuovo rapporto su Medio Oriente e Nord Africa, l’istituzione denuncia una contrazione dell’80% del PIL nella Striscia. Cisgiordania paralizzata da restrizioni, crisi fiscale e instabilità. A rischio la sopravvivenza dell’Autorità palestinese
La guerra in corso nella Striscia di Gaza ha provocato un “collasso economico di proporzioni senza precedenti”. A dirlo non è un’ONG o un’agenzia umanitaria, ma la Banca Mondiale, nel suo ultimo rapporto “MENAAP Economic Update – ottobre 2025”, dedicato all’andamento economico dell’area Medio Oriente, Nord Africa, Afghanistan e Pakistan.
Il quadro tracciato è drammatico: l’economia di Gaza è entrata in una fase di collasso totale, con una contrazione del PIL superiore all’80% rispetto ai livelli prebellici. A Gaza oggi, il prodotto interno lordo è praticamente “inesistente”, le infrastrutture civili e industriali sono state distrutte, i commerci sono paralizzati e la produzione agricola ed energetica è completamente ferma.
Una popolazione in ginocchio
Secondo il rapporto, oltre l’80% della popolazione della Striscia di Gaza sopravvive solo grazie agli aiuti umanitari. Il tasso di disoccupazione ha superato il 75%, mentre la capacità dello Stato – o di qualunque struttura amministrativa – di sostenere servizi, occupazione e produzione è annientata. “La guerra ha annientato le basi della vita economica”, si legge nel documento.
Cisgiordania: economia paralizzata e istituzioni a rischio
Se la Striscia è in rovina, la Cisgiordania – pur non direttamente investita dal conflitto – vive una paralisi economica dovuta a restrizioni sui movimenti, instabilità politica e una crisi fiscale senza precedenti. Il tasso di disoccupazione resta alto (intorno al 30%), ma è la situazione dell’Autorità nazionale palestinese a destare la maggiore preoccupazione.
La Banca Mondiale avverte che la continuità amministrativa e finanziaria dell’Anp è a rischio. Le entrate fiscali dovute da Israele restano bloccate, mentre il sistema bancario palestinese è sempre più vicino a un punto di rottura. Con risorse quasi azzerate, anche l’erogazione di servizi pubblici essenziali è in grave crisi.
L’appello alla comunità internazionale
Nel rapporto si legge con chiarezza che “la sola assistenza economica non basterà”. La ricostruzione e la riattivazione dell’economia di Gaza richiedono un massiccio sostegno internazionale, ma soprattutto “una soluzione politica duratura e un miglioramento delle condizioni di sicurezza e accesso”. In assenza di questi presupposti, ogni intervento sarà temporaneo e inefficace, avverte la Banca Mondiale.
Uno dei peggiori crolli economici del mondo nel 2025
Nel confronto globale, i territori palestinesi sono oggi tra le aree con la più grave contrazione economica al mondo, accanto a Sudan e Siria. Una triplice crisi – conflitto armato, frammentazione istituzionale e emergenza umanitaria – sta erodendo le fondamenta economiche e sociali di un’intera popolazione.
Mentre si parla di piani per il “dopo” e si moltiplicano le mediazioni per un possibile cessate il fuoco, la Banca Mondiale lancia l’allarme: il tempo per salvare l’economia palestinese si sta esaurendo. E con esso, anche le speranze di una ripresa sostenibile e stabile nella regione.