Berlino – La Germania scricchiola. Non solo sul fronte economico, dove la crescita è ormai al lumicino e la locomotiva d’Europa fatica a rimettersi in moto, ma anche sul piano politico, dove la tenuta delle coalizioni si fa sempre più fragile. Il colpo di oggi arriva dal Bundestag, dove Friedrich Merz, leader della CDU, è stato clamorosamente bocciato alla prima votazione per la nomina a cancelliere.
Un voto che avrebbe dovuto sancire una nuova fase di stabilità si è trasformato in un duro colpo d’immagine. A far saltare i conti sono stati 18 franchi tiratori all’interno della stessa coalizione composta da CDU/CSU e SPD, che hanno negato il proprio sostegno a Merz, lasciandolo a sei voti dalla maggioranza necessaria. Un segnale chiaro: le tensioni interne bruciano più delle opposizioni esterne.
Il vuoto di potere rischia di aggravare una congiuntura già critica. Con un PIL che arranca e un’industria in affanno tra crisi energetica, transizione ecologica e calo della domanda, la Germania non può permettersi incertezze politiche. E intanto, l’estrema destra dell’AfD, forte nei sondaggi, chiede nuove elezioni, alimentando il clima di instabilità.
Non è ancora certo se il Bundestag tornerà a votare già nelle prossime ore, ma una cosa appare evidente: il modello tedesco, un tempo esempio di solidità, ora mostra crepe profonde. E l’Europa guarda con apprensione.