Il prezzo della verità: giornalisti uccisi in guerra e dalla mafia. Oltre 220 reporter uccisi a Gaza

Il giornalismo, pilastro della democrazia, è spesso esercitato in contesti pericolosi dove la ricerca della verità può costare la vita. Dalle zone di conflitto come la Striscia di Gaza ai territori dominati dalla criminalità organizzata in Italia, numerosi giornalisti hanno sacrificato la propria esistenza per informare l’opinione pubblica.

Gaza: il conflitto più letale per i giornalisti

Dal 7 ottobre 2023, la Striscia di Gaza è diventata uno dei luoghi più pericolosi al mondo per i giornalisti. Secondo la Government Media Office di Gaza, almeno 221 giornalisti palestinesi sono stati uccisi durante l’offensiva israeliana, rendendo questo periodo il più mortale per i reporter da quando il CPJ ha iniziato a monitorare le uccisioni nel 1992 .

Tra le vittime, il 25 marzo 2025, due giornalisti, Hossam Shabat di Al Jazeera Mubasher e Mohammed Mansour di Palestine Today, sono stati uccisi in attacchi aerei israeliani. Le Forze di Difesa Israeliane hanno affermato che entrambi erano affiliati ad Hamas, ma tali accuse sono state respinte dalle rispettive testate giornalistiche e da organizzazioni per la libertà di stampa, che hanno condannato gli attacchi come mirati contro i media.

La situazione è ulteriormente aggravata dalla proibizione dell’ingresso di stampa internazionale nella Striscia di Gaza, costringendo i giornalisti locali a operare in condizioni estremamente pericolose e senza adeguate protezioni .

Italia: giornalisti contro la mafia

Anche in Italia, diversi giornalisti hanno perso la vita per aver denunciato le attività della criminalità organizzata. Tra questi:

  • Giancarlo Siani: cronista de Il Mattino, ucciso il 23 settembre 1985 a Napoli per aver scritto un articolo che rivelava le dinamiche interne ai clan camorristici .
  • Beppe Alfano: giornalista siciliano, assassinato l’8 gennaio 1993 a Barcellona Pozzo di Gotto per le sue inchieste sulla mafia locale .
  • Giovanni Spampinato: corrispondente da Ragusa de L’Ora, ucciso il 27 ottobre 1972 per le sue inchieste sul neofascismo e i legami con la criminalità organizzata . 
  • Mauro De Mauro: giornalista de L’Ora, scomparso il 16 settembre 1970 a Palermo mentre indagava sulla morte del presidente dell’ENI Enrico Mattei; si ritiene sia stato ucciso dalla mafia . 
  • Giuseppe Fava: fondatore de I Siciliani, assassinato il 5 gennaio 1984 a Catania per le sue denunce sui legami tra mafia e politica.

Questi giornalisti hanno mostrato un coraggio straordinario nel denunciare le attività criminali, spesso senza adeguate protezioni, diventando simboli della lotta per la verità e la giustizia.

Il sacrificio dei giornalisti, sia in zone di guerra che in contesti dominati dalla criminalità, sottolinea l’importanza della libertà di stampa e della protezione dei professionisti dei media. In un’epoca in cui la verità è spesso minacciata, il loro impegno rappresenta una luce guida per le società democratiche. È nostro dovere ricordare e onorare questi eroi dell’informazione, affinché il loro coraggio non sia mai dimenticato.

Di Paolo Mazza