Giornalisti italiani chiedono l’apertura di Gaza alla stampa internazionale: l’appello congiunto

Chiediamo al governo italiano e alla Commissione europea di esercitare una pressione reale e immediata sul governo di Israele affinché vengano revocati il blocco all’ingresso dei giornalisti internazionali nella Striscia di Gaza e le restrizioni alla stampa in Cisgiordania e Gerusalemme Est”. È questo il cuore dell’appello lanciato a Roma dal Movimento Giustizia e Pace in Medio Oriente, dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi) e dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (Cnog), presentato nella sede dell’Associazione Stampa Estera.

L’iniziativa, intitolata “Alziamo la voce per Gaza”, chiede l’apertura immediata dei valichi di Gaza ai giornalisti internazionali, la protezione effettiva dei reporter palestinesi e stranieri e l’istituzione di una missione internazionale indipendente di monitoraggio della libertà di stampa nei territori occupati.

Giornalisti per Gaza, Giovannetti: “Non un privilegio, ma un diritto”

“Non chiediamo un privilegio, ma il diritto di informare ed essere informati”, ha spiegato Gianni Giovannetti del Movimento per la Giustizia e la Pace in Medio Oriente. “Gaza è chiusa al mondo da oltre due anni. Ci sono solo colleghi palestinesi, quelli rimasti vivi, perché quasi 300 giornalisti sono stati uccisi”. Durante la conferenza è intervenuto in collegamento video il reporter Alhassan Selmi, che ha descritto la situazione sul campo: “Dopo il cessate il fuoco sono stati uccisi ancora giornalisti. Tutti parlano di tregua, ma qui non è cambiato nulla. Israele aveva promesso di aprire le frontiere anche ai media: perché la stampa non è ancora ammessa? Quando arriverete, portate attrezzature: le nostre sono sotto le macerie”.

L’appello delle organizzazioni italiane

“Non vogliamo colonizzare il giornalismo di Gaza – ha dichiarato Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi – ma la presenza della stampa internazionale può offrire una visione indipendente, oltre le accuse di propaganda rivolte ai colleghi palestinesi”. Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Bartoli ha richiamato l’attenzione anche sulla situazione in Israele: “Sono in discussione leggi che limitano ulteriormente gli spazi di democrazia e libera informazione. È un clima preoccupante, che riguarda anche Paesi democratici come l’Italia”.

La segretaria del Cnog Paola Spadari ha proposto di coinvolgere anche gli organismi internazionali della stampa e di valutare la creazione di una delegazione internazionale per monitorare la libertà di informazione nei territori di guerra.

Una questione di credibilità democratica

“La vicenda di Gaza è un test per la credibilità del diritto internazionale”, ha osservato Vittorio Di Trapani, presidente della Fnsi.
“Limitare la libertà di stampa è un passo verso un attacco più ampio ai valori democratici. Anche l’Onu ha riconosciuto che ciò che accade a Gaza ha i tratti di un genocidio: ignorare il diritto all’informazione significa accettarlo in silenzio”. Nel corso dell’incontro, alcuni giornalisti hanno espresso preoccupazione per gli episodi di ostilità e maltrattamento durante manifestazioni pro-Israele in Italia. Costante ha replicato invitando al dialogo: “Serve ricostruire un rapporto sereno con la comunità ebraica, che è ampia e plurale. Non sarà facile, ma dobbiamo provarci”.